domenica 28 novembre 2010

Situazione economica delle provincie da Modena a Forlì

Ricevo e pubblico, ringraziando il nostro responsabile di Stella e Corona, segretario regionale Emilia Romagna dott. Paolo Carraro.

L’economia delle provincie che vanno da Modena a Forlì presenta alcuni timidi segnali di ripresa. La produzione delle ceramiche è di nuovo in crescita, il settore metalmeccanico vede un recupero degli ordinativi nei settori dell’impiantistica e dei macchinari, il commercio di generi voluttuari mostra anch’egli una ripresa dopo i crolli degli anni 2008 e 2009, il settore alimentare continua a produrre reddito. Ciò non induca però in errore perché si è ben lontani all’essere tornati ai livelli degli anni anteriori alla crisi.
Anche il livello di disoccupazione resta alto, rispetto al passato, le imprese preferiscono utilizzare maggiormente la manodopera presente in azienda e se devono richiederne di nuova, non si va oltre ai contratti a tempo determinato in quanto non si è ancora usciti dallo stato di incertezza che scoraggia coloro i quali desiderano effettuare investimenti a lungo termine.
In questo scenario si mantengono preoccupanti le notizie relative alle imprese il cui capitale non è locale. Il caso Omsa di Faenza, con la decisione di delocalizzare la produzione nei Balcani è conosciuto da tutti, in Italia. Le assicurazioni sul mantenimento a Modena della produzione della Maserati non hanno ancora tranquilizzato i lavoratori dell’azienda, così come sono ancora in agitazione i lavoratori della Ferrari per i mancati premi di produzione, nonostante le vendite continuino ad essere elevate.
Sul fronte del credito, solo le banche locali continuano a svolgere un’azione di sostegno all’economia, quelle maggiori, di rilevanza nazionale, tutto hanno fatto tranne che aderire agli inviti del ministro Tremonti, anche quelle che hanno beneficiato dei provvedimenti del ministro volti a permettere agli istituti di credito di concedere finanziamenti alle imprese in difficoltà.
Può essere interessante l’esame della produzione degli argani per ascesori, dei quali l’Emilia Romagna è leader in Italia che, a sua volta, è tra i principali produttori mondiali. La crisi ha colpito anche questo settore che già mostrava problemi per l’elevato valore dell’euro. Gli argani sono infatti esportati per gran parte nei paesi dell’Est e del Medio Oriente. La ripresa ha riportato i livelli di produzione ad un 80% di quelli precedenti la crisi. Nuove commesse giungono da Turchia, Iran ed altri paesi della zona. La preoccupazione principale rimane l’instabilità politica dell’area, specialmente i rapporti con l’Iran, che potrebbero creare gravi difficoltà ai nostri produttori nel caso le relazioni si deteriorassero fino a giungere ad una situazione di pre-conflitto.
La ripresa delle vendite è dovuta pure al livello qualitativo del prodotto nazionale, rispetto alle produzioni dei paesi emergenti che, pur costando meno, hanno una durata ed affidabilità inferiore.
In questo scenario le imprese italiane avrebbero bisogno di un maggior impegno da parte delle autorità governative e dalle camere di commercio. Le ultime svolgono un utile compito in tal senso, manca in parte l’azione dalle autorità nazionali, cosa che favorisce i nostri concorrenti esteri i cui governi sono molto più agguerriti del nostro in queste iniziative.
Per concludere questo breve intervento rileviamo come debba essere tenuto alto il livello d’attenzione verso le economie emergenti. Sempre prendendo ad esempio una delle produzioni principali della regione Emilia-Romagna: la ceramica, le ditte che producono forni ed apparecchiature per la produzione di piastrelle, che esportano con rilevanza, aiutano in prospettiva la concorrenza alle imprese nazionali. Se la nazione Italia non agirà di concerto a tutti i livelli, la nostra impresa non riuscirà a superare le difficoltà alle quali si trova davanti e sempre più imprenditori “emigreranno” all’estero dove i costi e la burocrazia sono inferiori rispetto a noi.

L'ambiente e Dio

Dio ha creato il mondo, ha messo a disposizione quattro elementi vitali: acqua, aria, terra e fuoco.
Gli uomini devono controllare e tutelare questi elementi. Inquinare mari, distruggere foreste, costruire in modo selvaggio, all'insegna di ricchezza, tutto questo è peccato mortale contro Dio. Il dott. Plinio Corrèa de Oliveira, ha segnato profondamente con tutti i suoi scritti il secolo scorso, con la sua modestia, si dichiarò di essere un figlio della Santa Chiesa, con il suo pensiero e la sua azione, ha aperto un ponte sul terzo millennio.
Era preoccupato per un progressivismo distruttivo che avanzava. Leggete questo articolo del 1962, non definirei magico, ma la mano del sacro si manifesta in tutta la sua forza.

Produzione artigianale o artistica, e ambiente

Grandi montagne, solitarie e sublimi, che sembrano invitare gli uomini al raccoglimento e alla serenità delle più alte contemplazioni. Situato a valle del sublime, in un vivo e piacevole contrasto, sorride e fiorisce il grazioso: un paesello con un fascino quasi convenzionale, dove si sente la pulsazione compassata ma giovanile di una vita piena di pace, di purezza, di gioia e di laboriosità. Allo stesso tempo sublime per il suo significato e la sua fierezza, incantevole  per la sua armonia e la sua bellezza, unendo, condensando in sé ed elevando ad un piano superiore tutte le caratteristiche del paesaggio di cui è il punto centrale, si vede la chiesetta barocca.
In questa foto del paese di Mittenwald, in Baviera, si svolge un'attività artigianale che esige un intero ambiente di armonia, e a suo turno è una fonte di armonia: i suoi abitanti producono violini famosi in tutto il mondo.
Lo scopo di queste osservazioni non è soltanto di far vedere ai lettori un panorama incantevole, tipico della cattolica Baviera, ma quello di mettere in risalto quanto conviene per la produzione artigianale o artistica un ambiente imbevuto di arte e di poesia, soprattutto quando è vivificato dalla presenza radiosa della Chiesa.
Non sarà a causa della mancanza dei suddetti valori, che oggi vengono prodotti nelle grandi città super dinamiche, super eccitate, super tumultuose dei veri mostri “artistici”?

Fonte: http://www.atfp.it/biblioteca/articoli-di-plinio-correa-de-oliveira/50-ambienti-costumi-civilta/122-produzione-artigianale-o-artistica-e-ambiente.html

lunedì 22 novembre 2010

Contro il popolo

Non era facile (dopo i due esempi, deleteri per i protagonisti, verificatisi nel 1995 con il crollo del Governo Berlusconi a seguito delle bizze della Lega e dopo quello del 2008 con il crollo del Governo Prodi a seguito delle bizze di verdi e rossi) ipotizzare che anche l’attuale Governo Berlusconi partito con una maggioranza straboccante al Senato ed una più che buona alla Camera, potesse non concludere i cinque anni della legislatura.
Noi di Alleanza Monarchica abbiamo negli ultimi due anni lanciato avvisi di pericolo conseguiti alle bizze di taluni politici, ma i fatti degli ultimi mesi hanno superato qualsiasi immaginazione e non potevano venir ipotizzati nemmeno dai maghi o dai cartomanti.
Ha iniziato il giornalista Vittorio Feltri ad attaccare l’On. Fini prima su “Libero” e poi su “il Giornale”, in particolare per la vicenda dell’alloggio di Montecarlo che non riguardava gli Italiani ma al massimo poteva avere rilevanza per ipotetici defraudati già iscritti di Alleanza Nazionale, ha poi proseguito l’On. Berlusconi intimando all’On. Fini di abbandonare lo scranno di presidenza della Camera, sono seguiti sondaggi e valutazioni della “forza parlamentare” di Fini, sottovalutata e derisa con conseguenti dichiarazioni di opportunità della rottura con i “finiani”, e si è ora giunti a capire che questi ultimi sono con ogni probabilità indispensabili per tenere in piedi il Governo Berlusconi.
L’On. Fini dopo il martellamento familiare subito, ha a tutta evidenza il dente avvelenato contro Berlusconi che vuol vedere in pantofole a casa a riflettere su come i suoi “generali” non avessero capito un fico secco e tanto meno avessero calcolato esattamente il numero di Parlamentari che gli sarebbero rimasti a fianco.
Su questi fatti, che hanno monopolizzato, a danno degli Italiani, la politica nazionale, si è poi innestata anche l’incapacità del Partito democratico a fare politica, al di là del solito, unico e stucchevole ritornello “Berlusconi è cotto e deve andarsene”.
Che i politici non capiscano un gran che è ormai ampiamente provato, che a far le spese di tali ignobili comportamenti, sia solo il Popolo italiano, è ormai assodato.

Fonte: http://www.alleanza-monarchica.com/contro-il-popolo

domenica 14 novembre 2010

Monarchici in Altezza

Come vice coordinatore della Toscana di Stella e Corona, voglio portare il nostro movimento
in alto, e questa è cosa risaputa. Oggi ho attraversato con bandiera appresso un ponte mobile
che unisce due comuni, S. Marcello Pistoiese e Piteglio. Erano presenti anche alcuni turisti
che quando hanno visto la bandiera ci hanno chiesto a quale movimento apparteneva. La
bandiera che sventolava a quella altezza era veramente bella. Ho spiegato che siamo a livello
nazionale e che ci impegniamo in diverse tornate elettorali, conferenze dibattiti e con una
bellissima rivista mensile Italia Reale.I lavori del ponte iniziarono nel 1920, ci lavorarono circa 30 operai che ancorarono i cavi, fu poi possibile realizzare una Passerella pedonale , costruita con tavoloni e reti metalliche incardinate nella struttura Portante senza alcun sostegno intermedio . Fù inaugurato nel 1923, e l’ ideatore di questo Ponte fù Vincenzo Douglas Scotti , Conte di San Giorgio della Scala, direttore del laminatoio di Mammiano Basso della Società Metallurgica Italiana. Serviva al tempo per fare attraversare degli operai che si dovevano recare a lavorare nelle fabbriche situate nel versante opposto, senza questo ponte alcuni operai avrebbero dovuto percorrere 6 chilometri a piedi .Il Conte Scotti commissionò i lavori al capo officina della sua fabbrica , Filiberto Ducceschi. L’ opera, ha perso nel tempo la sua funzione originale, e nel 2004 è stato
ristrutturato , rendendolo più stabile e sicuro. Dal 1990 è inserito nel guinness dei primati , come il ponte sospeso pedonale più lungo del mondo . E’ lungo 212,24 metri ed alto circa 40 metri . Sotto scorre il fiume Lima.Dal 1922 ad oggi le persone che l’ hanno attraversato sono state più di due milioni.A questa altezza l’ adrenalina si fa sentire se poi incontriamo anche altre persone il ponte oscilla fortemente e il divertimento è assicurato , si ammira un bellissimo panorama e il ponte dimostra tutta la sua sicurezza.

venerdì 12 novembre 2010

Achille Lauro

Napoli, la città più viva d'Italia che ha dato i Natali ad attori, cantanti, avvocati, medici e politici.
A mio avviso un grande politico che ha dato tanto per Napoli facendola conoscere in tutto il mondo, è stato Achille Lauro. Come riporta qui sotto:
Achille Lauro (Piano di Sorrento, 16 giugno 1887 – Napoli, 15 novembre 1982) è stato un armatore, politico e dirigente sportivo italiano.
Quinto dei sei figli dell'armatore Gioacchino e di Laura Cafiero, fu a sua volta armatore e fondatore della Flotta Lauro, una delle più potenti flotte italiane di tutti i tempi e tra le più importanti aziende del meridione, nonché di un vero e proprio impero finanziario. Fondamentale per la crescita delle sue attività fu l'intuizione della compartecipazione alle sue attività da parte dei suoi dipendenti.
Godette fama di grande amatore, e sulle sue inusitate "doti" il popolino creò una vera e propria leggenda.

Durante il ventennio fascista fu nominato consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, facilitato in questa operazione dalla famiglia Ciano, che apparteneva al mondo armatoriale. Sempre in quel periodo ottenne la carica di presidente della squadra di calcio del Napoli prendendo il posto che fu di Ascarelli. Durante la sua lunga presidenza il Napoli visse più di colpi di mercato e promesse di grandezza che di risultati degni di nota (accanto a due retrocessioni poté vantare la sola conquista di una Coppa Italia e di una coppa delle Alpi) ma fu comunque per Lauro una enorme cassa di risonanza in grado di diffondere ancor più il suo nome fra la gente.
Nel dopoguerra dopo una iniziale adesione al movimento dell'Uomo Qualunque, si avvicinò al movimento monarchico di Alfredo Covelli determinando col suo apporto finanziario la nascita del Partito Nazionale Monarchico (PNM); fu lungamente sindaco di Napoli, tanto amato quanto discusso in particolare per come gestì la cosa pubblica mostrando mancanza di considerazione nei confronti degli avversari politici, delle forze sociali e degli stessi compagni di coalizione. Durante il suo mandato ebbe inizio la speculazione edilizia nella città di Napoli che fu duramente descritta nel film Le mani sulla città di Francesco Rosi.
Come uomo politico fu dotato di grande carisma e addirittura "venerato" da gran parte dei napoletani, tanto che nelle elezioni comunali del 1952 e 1956 riuscì ad arrivare fino a circa trecentomila preferenze, quota mai raggiunta prima da un candidato alle elezioni locali. Nelle politiche del 1953 ottenne 680 mila preferenze alla Camera, anche questa quota mai raggiunta fino ad allora da nessun deputato.

Ringrazio il nostro dirigente regionale del Piemonte Alberto Conterio


Fonte: http://archiviostorico.blogspot.com/2009/06/achille-lauro-1887-1982.html

giovedì 11 novembre 2010

Arte Sacra, Spirito Naturalista

Oltre che a visitare il sito (www.atfp.it) dove attingo riferimenti su scritti, opere e testimonianze di benemerito, sul professor Plino Corrèa De Oliveira, leggo anche i molti libri che ha scritto.
Plinio Corrèa De Oliveira è un gran filosofo, professore, pensatore e cattolico brasiliano al servizio della Chiesa. Oserei dire che è un grande illuminato.
Gli articoli (1950-60) sono lungimiranti e legano religione, storia e cultura a una visione del bene contro il male.
Leggete questo magnifico articolo:


Quando si entra nella galleria degli specchi, a Versailles, la prima impressione che colpisce è la vastità. Il pavimento è immenso, sulla sua superficie levigata, la luce che entra da diverse parti, sembra trovare campo aperto e libero per i suoi giochi multiformi. La lunghezza e l'altezza delle pareti sono accentuate dagli archi alti e stretti che da un lato si affacciano sulla vastità del parco, e dall'altro sono ornate da specchi i cui riflessi ampliano ancor più le prospettive. Il soffitto convesso, nella ricchezza esuberante della sua policromia ostenta un numero così grande di figure allegoriche che fa risaltare ancora di più la vastità dell'insieme.
Però, a questa prima impressione si sovrappone subito un'altra: la proporzione. Una proporzione mirabilmente armoniosa fra l'altezza, la larghezza e la lunghezza della sala. Una proporzione ugualmente armoniosa fra i diversi elementi decorativi della parete che si vede in fondo: l'arco è in relazione perfetta con il soffitto convesso, con la larghezza e l'altezza della sala. I pannelli che affiancano l'arco sono precisamente proporzionati fra loro e alle rispettive pareti. I candelabri non potevano essere più adeguati. Il lampadario della sala attigua, che si intravede in fondo, ha precisamente la dimensione necessaria per essere visto attraverso l'arco. Simili osservazioni potrebbero essere fatte su ciascuno dei molteplici elementi decorativi che ornano la galleria.
Una stessa armonia forte, quasi si direbbe inflessibile, penetra, ordina, trionfa in tutto, sottomettendo tutte le forme, tutte le linee, tutti i colori, al dominio di un grande concetto centrale, che regna e rifulge perfino nei più insignificanti dettagli. È un concetto pieno di grandezza, di coerenza, di forza, di grazia e di amenità, un'immagine fedele dell'idea che l'assolutismo faceva dell'ordine temporale: una relazione armonica di tutte le cose, costituita e mantenuta dall'impero della volontà forte, oculata, paternale, e sempre invincibile del Re.
Questa armonia ha qualcosa non soltanto di trionfante, ma di festoso. La sala è fatta per la gloria e il piacere. Essa porta in sé la fisionomia di una società che riteneva di aver acquisito la sua perfetta stabilità riposando nella volontà del Re come nel suo normale centro di gravità. E con la stabilità la spensieratezza, l'abbondanza, il benessere perfetto della vita terrena.
Un benessere terreno – giustizia sia fatta – che è spirituale al più alto livello. Tutto il piacere che questa sala può dare si rivolge prima di tutto al piacere dell'anima e in questo scopo, risveglia, nutre ciò che esiste di più nobile. L'ambiente dignifica e fa si che l'uomo si senta ciò che veramente è: il re della natura.
Benessere terreno, gloria terrena, piacere terreno, ordine naturale: tutto questo si esprime con mirabile chiarezza ed intelligenza in questa sala. La natura è stata creata da Dio ed è buona e bella in sé. Questa bontà e bellezza della vita terrena semplicemente naturale può e deve essere riconosciuta dall'artista oppure dal pensatore cattolico.
Ma solo questo gli basta? Dov'è l'idea del peccato originale, della lotta fra il bene ed il male, la necessità della mortificazione, della morte, e, al di là della morte, dell'inferno o del Cielo? Dov'è l'idea di un Redentore che ha patito ed è morto per noi in un oceano di dolori indicibili? Dove sono tutti i valori della Rivelazione e della Redenzione, così presenti e così vivi nell'arte medievale? Dov'è, in una parola, la Croce di Nostro Signore Gesù Cristo?
E proprio per questo, per quanto si riconoscano in questo ambiente meravigliose qualità d'anima, le stesse qualità contro le quali la Rivoluzione del 1789 è insorta, se lo paragoniamo al gotico dobbiamo riconoscere che in esso si nota molto di più il soffio del pensiero pagano, che il sigillo del Santo Battesimo.
Gli uomini che ballavano nella Galleria degli specchi pregavano nella Cappella del Palazzo di Versailles. Si potrebbe dire che questa è un prolungamento, un complemento di quella? Il tema dei dipinti è religioso; però gli atteggiamenti, i gesti, l'espressione dei Santi sono pressappoco quelli degli dei mitologici della galleria degli specchi. Gli archi, il colonnato hanno qualcosa di pomposo e festoso. Tutto emana correttezza naturale, ordine e dignità, ma nulla esprime misticismo – nel buon senso della parola, certamente – e fervore soprannaturale. Sembra una cappella di uomini felici e autosufficienti che non desiderano altro che una vita terrena prospera, e che vanno là per vedere Dio come un mero dovere di gentile cortesia. Niente sembra preparato per creare un ambiente alla preghiera di uomini sofferenti, in lotta contro il mondo, il demonio e la carne, e bramosi del Cielo. Il naturalismo dell'epoca ha marcato in questi due esempi la sua influenza non soltanto nella vita temporale ma anche in quella spirituale.

Fonte:http://www.atfp.it/biblioteca/articoli-di-plinio-correa-de-oliveira/50-ambienti-costumi-civilta/121-arte-sacra-spirito-naturalista.html?font-size=smaller 

martedì 9 novembre 2010

Situazione Economica del Biellese

Ho ricevuto via mail, dei dati riguardanti la situazione economica nel Biellese, che definirei una monumentale opera. Ringrazio il commissario regionale del Piemonte di Stella e Corona, Alberto Conterio.


Situazione economica (prov. Biella)

Riassunto tratto da articoli pubblicati su “ il Biellese” - rubrica “Economia”

Numeri di settembre ed ottobre 2010


Premessa storica territoriale

La realtà industriale biellese (prettamente tessile), ha radici lontane (non antiche) con caratteristiche totalmente diverse dalla realtà tessile del pratese (in particolare) ma anche di altre zone tessili d’Italia (vedi la zona di Vicenza in Veneto, casertano, la zona di Carpi in provincia di Modena o la Puglia in generale. Questo porta oggi, ad avere una situazione economica e di sviluppo futuro del territorio particolare, che si fonde poi anche con le caratteristiche del territorio, il suo decentramento rispetto alle vie principali di comunicazione ed al carattere stesso della gente autoctona.

La zona del Biellese, viene interessata storicamente dall’industrializzazione fin dalla prima metà dell’ottocento, quando con le riforme messe in atto da Carlo Alberto prima e da Cavour dopo, la borghesia (ma anche le poche famiglie nobili locali) vengono incentivate ad investire in imprese industriali. Ciò si materializza nella nascita ex novo, di industrie soprattutto tessili grazie alle grosse quantità d’acqua disponibili, e i salti altimetrici disponibili nelle nostre valli per la trasformazione dell’acqua in energia.

Fin da subito, le imprese biellesi, assumono dimensioni davvero notevoli, industriali appunto. Gran parte delle aziende infatti può rifornirsi di una enorme quantità di mano d’opera che altrimenti sarebbe in difficoltà a nutrirsi dato l’asprezza del territorio prettamente collinare e montano, richiamandone anche dai territori circostanti, l’alto canadese e la valsesia.
Ad esempio, nel paese natale del mio nonno paterno, Andorno, ad inizio del 1900, in sole due realtà tessili, lavorano oltre 3000 persone, mentre nel paese a valle ne lavorano circa 2000 in un'unica realtà. Oggi questi due comuni dopo un secolo, assieme non arrivano a 5000 residenti.
Questa grande massa di mano d’opera impiegato comunque, porta a due conseguenze, un diretta riguardante l’organizzazione prettamente industriale basata sulla parcellizzazione dei processi lavorativi ed una indiretta riguardante la sindacalizzazione delle masse lavoratrici.
In tutto il resto d’Italia invece, l’industria tessile, si sviluppa (non nasce) per evoluzione delle piccole e piccolissime imprese artigianali esistenti fin dal medioevo.

Questo porta ad avere, sul finire degli anni 90 del secolo appena passato a situazioni paradossali confrontando il biellese con le altre zone citate.
Nel biellese, con la contrazione della domanda, le crisi economiche attraversate negli anni ecc. l’economia locale entra in crisi, si perdono molti posti di lavoro, e le grosse fabbriche passano da 1000 operai a 50 addetti mantenendo però la mentalità rigida della fabbrica sindacalizzata e organizzata per livelli, mentre nel resto d’Italia, pur soffrendo le stesse pene, anche le imprese di 1000 persone oggi ridotte ai 100 o ai 50 addetti, hanno mantenuto la mentalità famigliare dell’impresa artigianale di antica origine.
Non occorre essere dei premi Nobel, per capire che, oggi questa caratteristica risulta essere un vantaggio immediatamente spendibile sul mercato della globalizzazzione, che chiede soprattutto flessibilità e capacità immediate di cambiamento. Capacità che le aziende tessili biellesi fanno fatica a mettere in campo.

A questa difficoltà si aggiungono, tutta una serie di fattori, che in generale, riducono ancora la competitività delle aziende tessili (italiane e quindi anche biellesi), quali i costi energetici eccessivi dati da una politica nazionale miope, la possibilità incentivata per anni dal governo di delocalizzare all’estero parti di processo o interi processi produttivi, e poi una legislazione sul Made in Italy, che anche rivista quest’anno, rimane uno scandalo a favore dei disonesti e delle aziende più grosse e quotate, costringendo alla chiusura gli onesti e le aziende più piccole.
Il nostro risulta inoltre essere un territorio di margine e non di transito che sta vivendo uno spopolamento ed un isolamento molto evidente.

Ma un territorio dovrebbe, vistosi precludere le sue tradizionali possibilità, poter trovare vie nuove di sviluppo. Entriamo invece nell’inferno finale di una società morente che fa di tutto per anticipare il suo ultimo respiro.
Lo spettacolino della politica nazionale incentrata sul fare e disfare nell’alternanza di maggioranza e opposizione infatti, è perfettamente replicata anche a livello provinciale nel biellese. Una mentalità ambientalista auto castrante poi, indotta negli ultimi 15 anni da veri terroristi sociali, sta soffocando ogni altra possibilità.
E così abbiamo più volte detto di no, a strade, nuovi poli industriali, a possibilità emergenti ad esempio nel trattamento dei rifiuti, nel suo riciclo, o nel suo impiego (termovalorizzatori) per trasformarlo in energia. Abbiamo detto di no alla realizzazioni di un prototipo di centrale cippato, e addirittura ad un impianto sul recupero dei gas bio compatibili… tutte realtà che altrove (nonostante le difficoltà burocratiche) sono riuscite ad avviarsi ed oggi creano ricchezza sui territori ospitanti.

Alla luce di questa premessa spero non noiosa, che ho fatto per darti un quadro utile ad inquadrare la situazione ad oggi 5 novembre 2010, faccio seguire i dati economici (ma non solo) caratteristici della nostra Provincia :

Evasione fiscale, redditi e consumi

Da una analisi fatta per province dal Centro Studi Sintesi risulta che in Provincia di Biella l’evasione fiscale è un fenomeno non radicato, sporadico insomma. Le famiglie in media spendono ciò che guadagnano. Il reddito pro capite, risulta tra i più alti d’Italia, mentre i consumi si mantengono in media al di sotto delle possibilità. L’analisi particolareggiata dei consumi fa emergere che siamo ai primi posti per spesa alimentare, ma risparmiamo in energia. Sicuramente la riduzione sensibile del numero di aziende e del numero di ore lavorate dalle superstiti incide su questo valore, ma non bisogna neppure dimenticare che i biellesi sono famosi per parsimonia anche più dei genovesi.
Alto il valore delle auto ogni 100 abitanti, pari a 67, dato fortemente influenzato da un territorio in gran parte montano, dove i servizi pubblici sono impraticabili quando non assenti.

Credito e investimenti

Ci viene in aiuto uno studio della Cgia di Mestre, che indica l’esposizione media delle imprese suddivise per provincia.
Milano la più esposta 418.000 euro circa per azienda, poi Brescia 324.000 e Siena 297.000. Biella si tiene a debita distanza 120.000 Euro circa su una media nazionale di 176.596.
Lo studio che mette a confronto dati di 10 anni registra che la crescita in questo periodo è stata del 93,6 % a livello nazionale con una inflazione del 23 %media nazionale. La provincia di biella, che ha avuto un incremento costante in questo periodo (tra il 1999 e il 2008) pur registrando valori assoluti pari al 50% di quelli nazionali (l’industriale biellese non ama le forti esposizioni con le banche, confermando la parsimonia di cui sopra) ha subito una battuta d’arresto con inversione di tendenza nell’ultimo anno e mezzo. Ciò e stato provocato da un lato dalla stretta creditizia delle stesse banche e dall’altra dal calo brutale degli investimenti nelle aziende.
Insomma, gli industriali biellesi hanno tirato i remi in barca e stanno a guardare.
La Cgia completa l’analisi con una situazione sugli investimenti effettuati, dove risulta che questi sono maggiormente rivolti al settore immobiliare rispetto al macchinario tecnico, cioè risultano essere investimenti speculativi, trascurando innovazione di processo e quindi il miglioramento della competitività.

Occupazione

Il numero degli occupati continua a scendere da anni. Nel solo ultimo anno, sempre da fonte Cgia di Mestre apprendiamo che il saldo sarà negativo di circa 1100 unità. Sale così a circa 6800 il numero dei biellesi in età lavorativa senza occupazione, portando il tasso di disoccupazione al 6,7 % contro l’8,3 % di Torino e 7,6 % di Novara. Tutte le altre province piemontesi risultano messe meglio. Ricordiamo che il Tasso medio nazionale è attualmente del 7,8.
Un’indagine di Unioncamere però, prevede che il tasso medio nazionale, giungerà all’8,7 %% nei prossimi 12 mesi, con un ulteriore saldo negativo di circa 178.000 posti di lavoro. Non ci è dato di sapere quanto sarà salato il conto da pagare per la provincia di Biella, ma essendo il trend occupazionale biellese negativo da anni 10 almeno, non lascia ben sperare.
E’ un dato di fatto che la popolazione residente in Biella capoluogo, si sia ridotta di circa 9000 unità negli ultimi 10 - 12 anni, sintomo inequivocabile di declino endemico del territorio, al di la degli alti e bassi dell’economia in generale.
Confartigianato contemporaneamente lancia un allarme per quanto concerne il lavoro nero. Biella tra tutte le province italiane si piazza a metà classifica (53° posto, mentre la più virtuosa tra le piemontesi, Cuneo, si piazza al 32° posto

Inflazione

Tendenzialmente in provincia si registra un calo dei prezzi al consumo (medio) secondo gli indicatori NIC e FOI (periodo settembre 2009 – settembre 2010), con una inflazione media annua calcolata in +1,2 % contro la media nazionale del +1,6 %
Gli aumenti più vistosi riguardano l’istruzione +1,8% ed i servizi sociali in genere

Prospettive future


Artigianato – Le indagini congiunturali rilevano un recupero delle attività produttive artigianali sul territorio. Anche l’umore è cambiato, la differenza ottimisti – pessimisti rimane negativo, - 2%, ma l’anno passato il valore era di - 52 % !
L’occupazione è prevista in crescita, su tutti i settori, tranne che per il tessile  e l’edilizia, che sono la massa.
Gli artigiani fanno notare a maggioranza un aumento dei costi, il 56 % lamenta una pressione fiscale insopportabile ed il 46 % problemi legati al mercato
38% di preoccupati sulla situazione finanziaria, e di aver riscontrato un aumento dei margini bancari sui fidi concessi.
Il 29% inoltre dichiara di aver ricevuto un rifiuto da parte delle banche alla richiesta di nuovi finanziamenti.

Industria – Nel secondo semestre 2010, continua il Trend positivo della produzione, che tra aprile e giugno era stato del + 24,7 % contro una media piemontese dell’11,6 %. Trainanti, le industrie metalmeccaniche e di finissaggio tessile (nobilitazione tessuti)
Le previsioni restano positive su tutte le voci in generale, ma per quanto concerne il tessile occorre ricordare che gli occupati oggi, sono meno della metà di 15 anni fa, e che le aziende rimaste, debbono “sopportare” da sole ormai gli alti e bassi delle richieste, giungendo in fretta alla piena produttività quando appunto c’è richiesta.
Il saldo ottimisti – pessimisti segna un + 8,5 % contro il – 11 % dell’anno passato.

Commercio – Dopo un 2009 da dimenticare completamente, il 2010 chiude ancora negativo con un calo del giro d’affari del 19, 7 %. Previsioni ancora pessimistiche in generale, ma tra i vari settori vi sono sensibili differenze… Per esempio, nella somministrazione sono pessimisti il 78 % degli intervistati, mentre tra gli orafi, gli ottimisti sono 80 % !!!

Cooperative – In aumento le imprese sul territorio, che sono oggi 309 (+ 2,3 %). Il loro volume d’affari è considerato stabile in generale, con il 33% che dichiara un aumento del  volume, contro il 17 % circa che dichiara una contrazione del volume d’affari.
Gli addetti di questo settore risultano a maggioranza a contratto determinato (80,2 %), il 18, 1 % a tempo indeterminato, e 1,7 % con contratto a progetto.
Di questa massa di lavoratori, il 12,4 % è costituita da stranieri.

***

Concludendo, l’economia in provincia è sostanzialmente “ferma”, pur con la previsioni di aumenti produttivi anche per il prossimo anno, il ricorso alla Cassa Integrazione è previsto solo parzialmente in calo.
Le banche si dichiarano pronte a tutto, ma poi alla prova dei fatti non concedono i liquidi richiesti, la politica locale è senza idee e fa le stesse proposte utopiche da anni senza mai indicare o favorire una via credibile e fattibile. Le persone che contano, sono sempre le stesse, non hanno bisogno di arricchirsi ulteriormente e non si vede all’orizzonte una possibilità di ricambio.

domenica 7 novembre 2010

La Chiesa di Meati dedicata a San Michele Arcangelo

Durante la mia quotidiana passeggiata, ho notato nel paese di Meati , una bella frazione del
Comune di Lucca situato su un piccolo monticello, la Chiesa dedicata a San Michele
Arcangelo. La chiesa, come vedete nella foto , riporta sopra l’ ingresso un dipinto
Che raffigura San Michele Arcangelo. La costruzione della chiesa è antecedente al mille ,
la comunità fù eretta ufficialmente in parrocchia nel 1597 e la chiesa fù ampliata nel 1852.
A San Michele Arcangelo furono dedicate diverse chiese , cappelle e oratori in tutta Europa.
E’ considerato il guardiano delle chiese contro satana. In numerose città in Europa viene
Venerato come Santo patrono.A lui si sono affidati interi popoli come i Longobardi, e
Sovrani come Carlo d’Angiò grande protettore del Santuario del Gargano, e i regnanti
Della dinastia dei Volois. San Michele è anche protettore di numerose categorie di lavoratori
Farmacisti, doratori, commercianti, fabbricanti di bilance, giudici, maestri di scherma
Radiologi. Alla sua protezione si affidano la polizia e i paracadutisti di Francia e Italia .

sabato 6 novembre 2010

Il muro di Berlino

Nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961, venne eretto nella città di Berlino un muro
Che divideva la città in Berlino ovest – est . Questa barriera alta ben tre metri e mezzo , venne chiamata Berliner Maue ( muro di berlino in tedesco) e fù costruito dal regime comunista della Germania Est . Divise la città per 28 anni. Questo creò disperazione e sconforto nella popolazione, che si ritrovò divisa per sempre, ed ebbe un forte impatto emotivo anche per il resto
Del mondo. Questa era la cortina di ferro. Dopo molti disordini il 9 novembre 1989 , il
Governo della Germania Est decise che le visite in Germania e Berlino Ovest erano permesse,
questo fù l’ inizio della caduta, il suo abbattimento ufficiale è il 13 Giugno 1990.
Furono utilizzati : 13 buldozer – 55 ruspe – 65 gru – 175 camion.
In sei punti il muro rimase intatto come monumento. Il parlamento Italiano decise che il
9 Novembre venga dedicato come il “ Giorno della libertà ,, per ricordare l’ abbattimento
Del muro di Berlino , evento simbolo della liberazione dei paesi oppressi e soggetti al
Totalitarismo. Qui fini l’ epoca della cortina di ferro. Noi monarchici di Stella e Corona,
vogliamo ricordare anche le tante persone morte ferite od arrestate nel tentativo di superare il
muro per acquistare la libertà. Vogliamo anche evidenziare che come movimento siamo
contrari ad ogni forma di totalitarismo, muri , e siamo fautori per il rispetto e la libertà di ogni
popolo.

venerdì 5 novembre 2010

Il nostro contratto con gli italiani!

In un momento di crisi di valori, di crisi degli ideali, politici e non, in un momento di profondo disagio della politica opinione, che ha perso fiducia nella classe politica e cerca nuovi riferimenti, tanti ci chiedono, avvicinandoci direttamente, per posta, telefono, o via internet, quali siano i nostri programmi e le nostre proposte.
Troppo facile sarebbe rispondere che noi vorremmo un Paese ricco, ove tutti lavorino, con i problemi del traffico risolti, nel quale la sicurezza sia garantita a tutti, dove la giustizia funzioni e sia rapida, ma questo e' cio' che tutti, Destra, Centro e Sinistra, dicono di volere ; sarebbe strano se non fosse cosi'.
Certo e' che ad oggi, dei tanti che hanno promesso tanto, nessuno ha mantenuto un granche'.
Noi siamo piu' modesti - forse piu' responsabili - e per questo ci limitiamo ad indicarvi i 6 punti che stanno alla base del nostro impegno civile e democratico :
NOI VOGLIAMO
Un'Italia che in Europa che si avvia sempre piu' rapidamente verso il federalismo ed in un Mondo sempre piu' globalizzato, mantenga comunque il piu' possibile integra la propria identita' nazionale; un'Italia che per gli italiani resti, sempre e comunque, Patria e non paese, nella quale la Bandiera resti un simbolo a cui guardare con rispetto e amore, non solo in occasione di una partita di pallone;
NOI VOGLIAMO
Un'Italia le cui 20 regioni ricordino sempre di essere parte di un'Unica Patria, pur nel rispetto delle loro tradizioni, culture ed autonomie:
NOI VOGLIAMO
Un'Italia che non sia il colabrodo d'Europa: un'Italia che sia in grado di decidere chi debba o non debba attraversare i propri confini, pronta sempre ad assistere che abbia bisogno ma, parimenti, pronta a garantire, primariamente, la sicurezza degli italiani e di chi in Italia lavora regolarmente:
NOI VOGLIAMO
Un'Italia che ponga la Famiglia, quella intesa nel senso classico del termine (cioe' composta da maschio e da femmina), alla base della societa' che pur tutelando le differenze, non giunga a forme di tutela che la stragrande maggioranza della popolazione difficilmente comprenderebbe:
NOI VOGLIAMO
Un'Italia che riscopra e faccia conoscere ai giovani le vicende che portarono alla sua unificazione, criticando, con una seria analisi storica, gli errori che indubbiamnente vennero commessi, ma non disconoscendo i meriti di coloro che permisero fosse completato, nel 1918, il processo di Unita' Nazionale:
NOI VOGLIAMO
Che una moderna Monarchia Costituzionale, possa essere per gli Italiani, come gia' lo e' per Spagnoli, Inglesi, Olandesi, Belgi, Svedesi, Danesi, Norvegesi, Australiani, Canadesi, Neozelandesi, Giapponesi, ecc..., un utile ed attuale strumento per aiutare il nostro popolo a riacquistare fiducia nelle istituzioni, garantendo che almeno la massima carica dello Stato sia completamente svincolata da qualunque accordo o scelta politica.
QUESTO E' IL NOSTRO CONTRATTO CON GLI ITALIANI !!!

Fonte: Alleanza Monarchica http://www.alleanza-monarchica.com/

mercoledì 3 novembre 2010

Democrazia senza popolo

A seguito della riunione della Direzione Nazionale di Alleanza Monarchica Stella e Corona, il Segretario Nazionale Avv. Massimo Mallucci ha dichiarato:

I monarchici di Stella e Corona considerano la crisi politica in atto come il fallimento irreversibile di un sistema alla deriva che, attraverso manifestazioni di corruzione da basso impero, ha instaurato una "democrazia senza popolo", visto che, ormai, la maggioranza degli italiani dimostra disinteresse per la politica ed il "non voto" aumenta sempre più.

Stella e Corona denuncia il sistema delle liste bloccate, senza preferenze, come un regresso nella libertà, da parte dei padroni della politica che tolgono al popolo una sovranità basilare, l'oligarchia moltiplica i propri privilegi di casta, vanificando il lavoro degli onesti, mentre istituzionalizza ogni incertezza ed insicurezza.

Il Superstato Europeo deve essere ridiscusso, in quanto minaccia, ormai, anche la libertà della Patria e, in particolare quella di legiferare. Favorisce gli affari di pochi e vanifica il risparmio ed ogni speranza per l'avvenire.

I monarchici di Stella e Corona ribadiscono la necessità di una "Costituente", da più parti proposta, per rifondare lo Stato.

Comunicano di essere pronti a presentare liste e candidati dove sarà loro possibile, visto il sistema elettorale in atto.

Comunicano che, in ogni caso, i voti monarchici non potranno essere più considerati come scontati e dovuti.
Ogni forma di protesta sarà presa in considerazione.

La Direzione Nazionale
Ufficio Stampa - Dott. Roberto Rizzo

martedì 2 novembre 2010

Lucca comics and games 2010

Dal 29 al 1 di Novembre, Lucca, la città in cui io abito, è stata invasa da personaggi dei cartoni, dei manga e dei videogiochi e altri ancora. Oltre ai vari stand, lo spettacolo proseguiva sulle mura di lucca e dentro il centro storico, come cornice le belle piazze di lucca .
Le presenze sono state 135.000, oltre alle tante persone che non hanno frequentato gli stand.
La manifestazione a mio avviso porta all’ economia lucchese in un periodo difficile, una boccata di ossigeno, è stata ben organizzata, grazie anche al contributo dei volontari,nonché delle forze dell’ ordine. Gli ultimi due giorni della manifestazione Lucca è stata colpita da una forte pioggia causando disagi ai visitatori . Anche io, con la mia famiglia ho visitato la manifestazione ,e la parte che è piaciuta più a mio figlio è stato quello dei videogiochi , carte e figurine . Personalmente non posso che essere soddisfatto, passeggiando per il centro ho visto molti punti di ristoro, trattorie, pizzerie, gremite di persone.
Mauro Mazzoni