domenica 27 novembre 2011

La morte dei distretti tessili

Il made in Cina ci ha massacrati. Era meglio prima quando i prodotti erano quasi tutti Made in Italy e non made in Cina, così da massacrare la nostra economia. La colpa è anche di una mancanza di visione e prospettive future dell'imprenditoria Italiana, a Prato una voglia di fare rapido profitto ha regalato le armi ed i mezzi all'imprenditoria cinese così da prendere il potere sul mercato, di fronte ad un progressivo arretramento della classe media made in Italy, e purtroppo determinati settori tradizionali legati al tessile e al manifatturiero made in italy sono morti per sempre, insieme ad una qualità riconosciuta a livello mondiale garanzia per il consumatore (non più presente). L'imprenditore italiano ha venduto ad un buon prezzo prima (ora è costretto a svendere da una crisi devastante) macchinari, licenze ed intelligenza, per un rapido e non faticoso profitto, (e ora si trova senza alcuna prospettiva) a imprenditori made in Cina che con sacrifici fortissimi, moltissimi casi con irregolarità gravi e palesi, senza il pagamento delle imposte sono progressivamente avanzati sul mercato diventando potenza commerciale assoluta (attuando pratiche anche di sfruttamento ai lavoratori loro connazionali, vendendo merce non in regola ed immersi nell'evasione fiscale, aiutati da un assenza di controlli capillari).

Ora a Prato come in altre realtà la nostra classe media paga l'egoismo e la mancanza di visione futura ovviamente non aiutata dalle istituzioni competenti sempre più latitanti ed inermi. Il futuro dei nostri distretti industriali, come per le garanzie per i consumatori relative alla qualità dei prodotti e ancor più cupo del presente, nella previsione di scenari di disindustrializzazione progressiva.
Andrea Mion Associazione Toscana a Difesa dei Consumatori
Fonte: Il Tirreno Prato
 
 
Fonte: http://www.toscanaconsumatori.it/comunicati-stampa/126-la-morte-dei-distretti-tessili.html

sabato 26 novembre 2011

In stato vegetativo per 23 anni, si sveglia : Ero consapevole di tutto.

In un articolo pubblicato esattamente due anni fa, 23 novembre 2009, sul quotidiano britannico “The Telegraph”, viene raccontata l’incredibile storia di Rom Houbens, creduto in stato vegetativo per ventitre anni.

Nel 1983, quando aveva vent’anni, Rom è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. All’ospedale di Zolder, Belgio, il personale medico ritenne il giovane in stato di coma profondo. Va precisato che, per inquadrare la situazione del paziente, si ricorse alla GCS, o Glasgow Coma Scale, un utile parametro diagnostico che si basa su tre tipi di risposta agli stimoli: oculare, verbale e motoria. Purtroppo, nel corso degli anni, questo esame ha dato sempre un esito di falso positivo. Così Rom ha sofferto in silenzio, incapace di esprimere il suo dolore: totalmente paralizzato, ma consapevole di tutto quello che accadeva intorno a lui.

Nel 2006, l’Università di Liegi ha riesaminato il caso e, tramite l’utilizzo di tecnologie avanzate per lo scanning encefalico, ha messo in luce l’effettiva condizione del paziente. Grazie ad un sofisticato dispositivo informatico, oggi Rom può comunicare con gli altri. Fin dal 1983 poteva capire perfettamente quello che dicevano i medici sulle sue condizioni. Steven Laureys, il neurologo dell’Università di Liegi che ha avuto in cura Houbens, ha pubblicato uno studio in cui sostiene che spesso le diagnosi di stato vegetativo sono mal formulate. «Nella sola Germania» – afferma Laureys – «circa 100.000 persone ogni anno subiscono gravi lesioni cerebrali di natura traumatica. In circa 20.000 casi segue un coma di almeno tre settimane, con tre esiti diversi: la morte, il recupero dello stato di salute ed una condizione intermedia che interessa fino a cinquemila pazienti l’anno». Questa terza situazione, secondo il clinico belga, dovrebbe essere accuratamente esaminata: il rischio di commettere gravi errori di valutazione è, infatti, alto.

A Laureys ha risposto Giancarlo Comi, direttore del dipartimento di neurologia dell’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e presidente eletto della Società Italiana di Neurologia. Dalle colonne del “Corriere della Sera”, ha spiegato che «oggi ci si sarebbe potuti accorgere con certezza che l’uomo era cosciente». L’intervento del Dott. Comi, comunque, non cancella l’allarme lanciato da Laureys. Egli, infatti, mettendo in discussione l’affidabilità della GSC, apre nuovi scenari sull’iter diagnostico del paziente in stato vegetativo. Se le moderne tecnologie di imaging assicurano la differenziazione tra la sindrome “Locked in” – quella di cui è affetto Houbens – e lo stato vegetativo, non è ancora possibile valutare la gravità del quadro clinico. La caratteristica più evidente del danno cerebrale è, infatti, l’alterazione di coscienza, ma non per forza un’alterazione di coscienza corrisponde fedelmente all’entità del danno anatomico cerebrale. Laureys, mettendo in discussione l’affidabilità della GSC, altro non fa che sconsigliarne l’esclusivo utilizzo ai fini della diagnosi. Inoltre, dal caso Houben si è originata una ricerca pubblicata su “The New England Journal of Medicine“ nella quale si evidenzia la presenza di attività cerebrale minima anche negli stati vegetativi cosiddetti “persistenti”.

Alla luce di queste riflessioni, è evidente che non siamo in grado di inquadrare con precisione un paziente in stato vegetativo persistente. Questo è un aspetto fondamentale quando si valutano tutti quei casi difficilmente diagnosticabili, quel numero sempre maggiore di Terri Schiavo ed Eluana Englaro per le quali “staccare la spina” sembra per alcuni essere la soluzione più semplice, anche se in realtà è molto probabilmente la più spietata.

Filippo Chelli

Fonte : http://www.laperfettaletizia.com/2011/11/in-stato-vegetativo-per-23-anni-si.html

mercoledì 23 novembre 2011

Celebrazione Quarantennale Thule

anniversario-thule-p.pngCari amici, siamo lieti di invitarvi al Quarantennale Thule che si celebrerà Giovedi 24 Novembre ore 17:00, nella Sala Martorana di Palazzo Comitini (Via Maqueda 100, Palermo), gentilmente concessa, con il Patrocinio Morale della Presidenza della Provincia Regionale di Palermo. Per consultare l'articolo pubblicato sul Secolo d'Italia visitate www.tommasoromano.it
Invito Thule.jpg


Fonte: Partito Tradizional Popolare

martedì 22 novembre 2011

Lettera aperta del segretario federale.

20/11/2011

1993841642.jpgLettera aperta del segretario federale ai militanti, agli iscritti, ai simpatizzanti e a tutti coloro che seguono con attenzione la nostra attività.
                 Cari amici vi scrivo questa nota perchè riteniamo che dopo la nascita del governo Monti sia indispensabile, chiarire la mia posizione rispetto a questa operazione spregiudicata di commissariamento della sovranità del popolo italiano.
                Punto primo: questo governo è l’espressione dei poteri forti, delle banche, della finanza in concorso con potenze straniere che hanno determinato la caduta rovinosa della precendente compagine governativa. Ritengo però che le personalità presenti abbiano profili sia culturali che tecnici molto elevati ma proprio per questo giudicheremo tutti dagli atti concreti di governo. Comunque nutro poche speranze, viste le anticipazioni, come ad esempio quella sulla smaterializzazione della moneta, che verrebbe introdotta per ridurre l’evasione fiscale, rendendo impossibile i pagamenti con moneta reale e obbligandoci all’utilizzo esclusivo di quella elettronica.  Questo sistema sarebbe tutto a vantaggio delle banche che incasserebbero utili enormi dal servizio reso dalla movimentazione dei capitali e contestualmente controllerebbero non solo tutti i flussi di denaro, ma anche le nostre preferenze negli acquisti, insomma un grande fratello che ci osserverebbe sempre.
Ma tutto questo sarebbe una mannaia per le tante persone che non hanno un conto corrente su cui operare e che sarebbero costrette ad aprirne uno certamente non a costo zero.
          Punto secondo: La leggittimazione che il Governo ha ricevuto dal PDL e dalle altre forze politiche, tranne la coraggiosa Lega Nord, con le vuote parole sul potere di controllo del Parlamento che abbiamo udito ieri, è una messa in scena che nasconde il dramma che il popolo italiano vivrà nei prossimi tempi: l’espoliazione sistematica delle proprietà delle persone a vantaggio delle lobbies internazionaliste, l’erosione di massa del tessuto sociale, la persecuzione vessatoria da parte di uno stato sempre più giacobino ed esattore indifferente ai problemi delle famiglie e delle persone che rischia di impedire qualsiasi forma di dissenso civile e non violento. 
Ma quel che è peggio è l’avallo, anzi la compartecipazione di gran parte delle gerarchie ecclesiastiche alla nasciata e al battesimo di quello che rischia di essere un Leviatano che oggi manifesta la faccia meno aggressiva possibile, quella di Monti. Ci ha stupiti, ma non troppo, come ci si sia affrettati a benedirlo e a rallegrarsi che il nostro Popolo sia stato consegnato, senza nemmeno l’onore delle armi ai suoi aguzzini: le banche e la finanza internazionale.
         Terzo: Ieri è finita la cosidetta alternativa liberale del centro destra berlusconiano, che ha dimostrato il proprio fallimento, culturale e politico. Il progetto del centro destra era nato per liberare gli italiani dalla burocrazia e da uno stato centralista, con il suo voto il PDL ha deliberatamente offerto su un piatto d’argento la testa degli italiani al potere accentratore delle possibili lobies economiche mondialiste, che sembra che si si nascondano dietro l’aspetto “sobrio” di Monti.
Questa è la sconfitta di Berlusconi e del berlusconismo, frutto della incapacità e della inanità dimostrata in questi anni, di una intera classe pseudodirigente inventata, senza qualità e senza coraggio, che ha abbandonanto, semmai l’avesse avuto, il senso del fare politica e la ricerca del bene comune.
Notiamo comunque che alcuni nonostante tutto, hanno deciso di rimanere alternativi e liberi a quello che si prospetta come sistema, Antonio Martino e Marcello De Angelis  o come il tanto deriso e osteggiato Scilipoti, che non hanno voluto leggittimare col proprio voto il governo nella sua fase della votazione per la fiducia, se ci riflettiamo un momento circa 1% dei parlamentari ha avuto questo sussulto di dignità.
E’ un fatto che il 30 gennaio 2011 abbiamo fondato il Partito Tradizional Popolare per costruire un ancoraggio ai veri valori, visto che la nave Italia stava andando alla deriva, guardando ai contenuti della politica che vedevamo abbandonati dai partiti nazionali, Pdl compreso.
Il nostro viaggio, iniziato tanti anni fà, è continuato nel nome della Tradizione e del Popolo ed in tal senso abbiamo proseguito la marcia, incontrando nel frattempo tutti gli interlocutori che vedevano interessati alla nostre idee.
Con questo spirito il 16 giugno abbiamo lanciato a Palermo la “Costituente per il Sud” con la partecipazione del rappresentante di Forza del Sud l’assessore Pietro Vazzana, di Noi Sud l’onorevole Tony Rizzotto e di Io Sud rappresentato dalla senatrice Adriana Poli Bortone buttando le basi per un possibile progetto di convergenza meridionalista senza cedimenti nè culturali nè di azione alla pratica di subalternità che il sud ancora sconta dopo 150 di presunta unità. 
Sempre nell’ambito di questa aggregazione, di cui abbiamo anche suggerito il nome “Grande Sud”, siamo intervenuti, ufficialmente invitati, alla contention di presentazione a Bari il  14 luglio, nella quale l’intervento del presidente Tommaso Romano è stato il più applaudito e culturalmente più elevato, come hanno sottolineato quasi tutti, che ha indicato quale doveva essere il percorso e la direttrice di questo movimento politico che si proponeva di essere la casa madre dei meridionalisti meridionalista. Ma dopo questa fiamma di ammirazione per le nostre idee è calato inspiegabilmente il silenzio: gli interlocutori si sono come dileguati forse per la radicale alternativa da noi proposta rispetto alle egemonie dominanti! E quel fronte a quattro si è prima ridotto a tre, Io Sud Forza del Sud e Noi Sud e poi a due Io Sud e Forza del Sud divenendo..... il “Grande Sud”! Sino all’ultima intervista a Gianfranco Miccichè uscita sulla “Stampa”  il 17 Novembre 2011 nella quale testualmente definiva “bellissimo” il governo di Mario Monti e dichiarando di fidarsi del ministro Barca sia per conoscenza personale, e su questo non si sarebbe niente da dire se uno è bravo è bravo, che perchè è un “supercomunista” citazione testuale. Bene, sentiamo il dovere, verso noi stessi e la nostra storia di dire che se queste sono le posizioni politiche di un “Grande Sud”, stigmatizziamo come sideralmente lontane dal nostro sentire atteso anche il fatto che il governo non ha rappresentanti del sud. Purtroppo, noi sian fatti così, coerenti e caparbi nella manifestazione delle idee per cui militiamo da sempre nella destra tadizionalista.
Intanto abbiamo risposto positivamente all’invito rivoltoci da Alleanza Monarchica della Toscana, nella persona del vice segretario regionale Mauro Mazzoni, partecipando alla conferenza programmatica “La Tradizone nel Terzo Millennio” che si è tenuta a Lucca il 1° ottobre, insieme ai movimenti tradiziolisti, cattolici ed identitari, con la prospettiva di costituire un fronte di azione comune sul piano politico e culturale.
Positivo è stato l’incontro con il Presidente del Palermo Calcio Maurizio Zamparini, che fin da subito ci ha voluto incontrare manifestandoci interesse per il nostro progetto e lavoro politico. Nel frattempo ci ha reso partecipi della sua idea di fondare il Movimento per la Gente al cui battesimo sono stato presente e relatore. Un movimento di opinione che mi è apparso popolare e orizzontale, antistatalista e libertario in cui le persone esprimono i loro veri sentimenti di comunità. Del presidente Maurizio Zamparini conosciamo tutti il suo lato pubblico che non contrasta per niente con il tratto privato, il personaggio è autentico, sanguigno, vulcanico e senza fronzoli vanesii, animato da buoni propositi, che noi seguiamo con interesse ed animo aperto ma anche con spirito riflessivo.
Nel frattempo, come tutti sanno, Berlusconi il 12 novembre ha dato le dimissioni da capo del Governo Italiano e noi come partito ci siamo schierati immediatamente per le elzioni subito, per dare di nuovo la voce al Popolo risparmiandogli la penosa immagine di una politica fatta di collatelarismi poltronisti, tipici dei regimi plutocratici, in cui si ricerca solo l’utlie personale e il compromesso ad ogni costo.
Alla Lega va riconosciuto il coraggio di dire no e di essersi schierata, unica forza politica, senza infingimenti per le elezioni anticipate. Un ulteriore segnale positivo viene dai movimenti spontanei degli studenti e le formazioni politiche antagoniste sia di destra (importante il contributo di autentica militanza tradizionalista del Principe Lillio Sforza Ruspoli e di Militia Christi)  che di sinistra a cui va il merito storico di opporsi, come noi, contro quello che potrebbe essere un mostro dalle cento teste, dai mille occhi e dai diecimila orecchi, ma che io ritengo non essere imbattibile malgrado la nostra posizione decisamente minoritaria.
Nel contempo rilevo l’assoluto servilismo conformista di tutti i media che fanno a gara a lodare Monti ed i suoi ministri senza nemmeno aspettare che abbiano preso possesso dei rispettivi uffici.
Inoltre mi chiedo, nonostante i tanti rettori dell’Università Cattolica, come mai ci sia, almeno da quello che si legge, una particolare avversione verso la proprietà privata e la stabilità della famiglia, nessun provvedimento in cantiere contro i privileggi dei grandi burocrati dello Stato e a favore dell’occupazione, nemmeno una parola sull’atteggiamento di Francia e Germania nei confronti dell’Italia. E delle vaghe idee sul merito per quel che riguarda i docenti delle scuole che dovrebbero essere valutati non si capisce da chi, forse da qualche tecnocrate al soldo della finanza?
Ritengo che una sana politica protezionista sia da preferire a tutte le pratiche globaliste.
Insomma ci sono tutte le premesse perchè si realizzi il progetto culturale e politico di un governo espressione di un’Europa padroneggiata da Francia e Germania che realizzi nella sua essenza l’idea Fichtiana della superiorità tedesca sul vecchio continente. Infatti il modello di educazione di cui si fa portatore Fichte, che ancora resiste nel cuore dei tedeschi, consiste in un compito affidato a questo popolo, ritenuto dal filosofo l'unico, tra tutti gli europei, ad aver conservato intatte le sue caratteristiche nazionali originarie e naturali ritenendolo l’unico leggittimo pretendente alla guida dell’Europa. 
Unitamente a ciò viaggia di pari passo l’idea della Repubblica Universale, governata da pochi “illuminati” e sempre dello stesso autore l’affermazione secondo la quale “Il fine supremo ed ultimo della società è la completa unità e l'intimo consentimento di tutti i suoi membri”dalle Lezioni sulla missione del dotto, 1794. In Italia l’epigono di queste posizioni è l’osannato Giuseppe Mazzini con la sua Repubblica universale.
Ecco cari amici come penso di avere evidenziato il mistero del centralismo europeista! Comunque una delle note positive, in questi giorni, viene dal Regno Unito, e precisamente dal copresidente del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia al Parlamento Europeo l’onorevole Nigel Farage leader del Partito per l'Indipendenza del Regno Unito, che il 16 Novembre scorso durante una seduta dell’assemblea di Bruxelles ha denunciato il fallimento dell’euro, il progetto di egemonia germanica, l’attacco alla sovranità della Gracia e dell’Italia, come vedete le nostre posizioni sono convergenti con le formazione politiche anche di oltre manica e di altre nazioni.
Nei momenti di crisi ci sono sempre segnali inattesi e positivi, pertanto occorre lavorare per una piattaforma popolare, legata profondamente alla tradizione cristiana, covergente con coloro che condividono questa impostazione.
Apriamo a tutti, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, a cominciare dalle comunali di Palermo, senza illusioni e senza velletarismi, ma con quel realismo che contraddistingue al nostra libera testimonianza.
Cari amici questa è la mia posizione personale, condivisa intanto dal nostro presidente Tommaso Romano, e non attualmente dall’intero partito, e pertanto vi chiedo pareri anche tramite email per sviluppare un libero confronto. 

Il segretario federale
Prof.Ing. Nino Sala

Fonte: Partito Tradizional Popolare

sabato 19 novembre 2011

Nigeria, il sangue dei cristiani



 


 
(ASI) Ventidue anni fa, mentre tra il giubilo delle folle veniva giù il Muro di Berlino, qualche esperto nell’arte della semplificazione degli eventi geo-politici vaticinò prospettive di pace e riconciliazione tra i popoli del mondo. Come se un muro di cemento di appena una quarantina di chilometri fosse l’unica barriera al dialogo. Come se il genere umano fosse suddiviso in soli due semplificativi blocchi ideologici. La storia successiva a quel 9 novembre 1989 ci ha insegnato che la realtà è molto più complessa, anche se a ben vedere non tutti sembrano essersene ancora resi conto. Del resto, le fila dei nostalgici di quegli anacronistici assetti ideologici che caratterizzarono il secolo passato sono ancora nutrite e mosse da passioni ferventi, pur se slegate dalla realtà. Tuttavia, oltre gli sterili esercizi di indagine del passato e di ricorrenza, l’attualità sembra imporci una considerazione: se di quella lingua di cemento che tagliava in due Berlino è rimasta soltanto polvere e qualche frammento di mattone, di tanti invisibili muri che si stagliano minacciosi tra i popoli del mondo si contano invece gli effetti concreti e rovinosi.
L’Africa, per esempio, è un territorio oggi costellato di queste barriere invisibili che, come fossero fendenti, riempiono di ferite mortali il “continente nero”. Va obiettivamente riconosciuto che da parte dei media occidentali vengono applicate delle categorie ai morti, di serie A e di serie B, e che quelle morti che derivano da cause belliche nei Paesi del Terzo Mondo appartengono a questa seconda, meno importante categoria. Indicativo in tal senso che negli ultimi giorni la Nigeria sia stata teatro di violenti scontri armati che hanno provocato circa 150 vittime. Il tutto, nell’indifferenza o quasi del mondo occidentale. L’individualismo sfrenato e bigotto su cui si fonda la società in cui noi viviamo conosce il fanatismo religioso soltanto quando lede i nostri interessi colpendo con attentati terroristici la quiete del “way of life” globale. Eppure, là dove queste espressioni di odio si sedimentano e si manifestano con una certa frequenza (ovvero, dove sono diffuse povertà e disgregazione sociale) i riflettori dei media non si accendono mai se non per emettere luce fioca. Forse, perché una causa dei mali che affliggono certi luoghi ha l’origine in casa nostra, precisamente nelle sedi di multinazionali che fanno affari d’oro nel Terzo Mondo, grazie all’appoggio di governi corrotti e gravando sulla pelle dei suoi indigenti abitanti.
E’ in un contesto di disagio di cui è complice dunque anche l’Occidente che Boko Haram (movimento islamico nato nel 2002, letteralmente “l’educazione occidentale è peccato”) prolifera e ha provocato le stragi degli scorsi giorni contro le comunità cristiane. Questi sanguinari attentati si inseriscono in un contesto di 160 milioni di abitanti, qual è quello nigeriano, sempre più ferocemente diviso da un nord a maggioranza musulmana ed un sud a maggioranza cristiana. Di recente in Nigeria un evento ha generato un crescente malessere nella popolazione settentrionale del Paese, ovvero la rielezione del presidente Goodkuck Jonathan, cristiano e originario del Delta del Niger. Il malessere si è presto trasformato in violenza efferata: attentati e scorribande hanno trovato il loro apice lo scorso 4 novembre, quando i militanti di Boko Haram hanno dapprima fatto esplodere sei bombe a Maidugiri, capitale della regione del Borno, poi sono scesi in strada ed hanno aperto il fuoco contro le forze dell’ordine. La notte successiva, a Damaturu, nel confinante Stato di Yobe, i militanti dello stesso movimento si sono accaniti con inaudita ferocia contro stazioni di polizia e chiese cristiane.
Purtroppo, la violenza in Nigeria è una costante che ogni anno provoca migliaia di morti e danni materiali per milioni di dollari. Il reclutamento di giovani da avviare al martirio è una formalità per i vertici di Boko Haram, avviene nei territori più degradati del Paese, dove monta la frustrazione e la violenza è vista come un’opportunità di riscatto sociale. L’ignoranza e le divisioni interne al Paese alimentano poi l’odio interreligioso, distogliendo la popolazione dalle reali cause della desolazione in cui versa la Nigeria. Nel tacito silenzio di un Occidente complice, i muri invisibili che costellano l’Africa continuano a mietere vittime e a provocare ondate di migranti pronti a farsi schiavizzare nell’avido Nord del mondo. Inoltre, questi dissestati territori diventano un laboratorio di odio e terrorismo religioso che – chissà – un domani potrebbe scatenare i suoi terribili effetti anche altrove.
Asi 9 novembre 2011

Fonte: http://www.associazionelatorre.com/2011/11/nigeria-il-sangue-dei-cristiani/

La festa di Cristo Re

http://www.atfp.it/




di Plinio Corrêa de Oliveira

   La Chiesa consacra l'ultima domenica di ottobre [la terza domenica di novembre secondo il nuovo calendario, ndr] alla celebrazione della festa di Cristo Re, istituita da Papa Pio XI, gloriosamente regnante, al fine di riportare alla memoria dei fedeli la sovranità di Gesù Cristo sulle persone e sui popoli.

   Le verità insegnate da Sua Santità nell'enciclica Quas primas  dell'11 dicembre 1925, non fanno altro che riproporre ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato.

    In pieno secolo XX, Pio XI ha ribadito la tradizione tracciata dalla Chiesa sin dall'epoca in cui Papa Leone III incoronò Carlo Magno imperatore d'Occidente, e reiterata mille anni dopo quando Papa Leone XIII insegnava nell'enciclica Immortale Dei che gli Stati hanno l'obbligo di rendere un culto pubblico a Dio in onore della sua sovranità universale.

   Ma il nostro tempo, dominato dal laicismo, non riesce a riconoscere le prerogative regali di Nostro Signore Gesù Cristo. Ecco la sorgente di tutti i mali che affliggono la società moderna: la pretesa di organizzare la vita individuale e sociale come se non esistesse questa sovranità e, in pratica, in opposizione formale ad essa.

 
   È questa la grande apostasia dei nostri tempi, che ha prodotto frutti amari di orgoglio e di egoismo, invece di quelli dolci della carità e dell'amore di Dio e del prossimo; un'apostasia che ha provocato l'invidia tra gli individui, l'odio tra le classi, la rivalità tra le nazioni.

 
   Ecco perché il mondo moderno accoglie la voce di un Nietzsche, che deifica il "superuomo" in un parossismo di orgoglio; accoglie la predicazione di un Marx, che scaglia le classi sociali l'una contro l'altra; accoglie la parola di un folle come Rosenberg, che esalta una supposta razza pura dei tedeschi.

 
   Gli ammonimenti di Pio XI nell'istituire la solennità di Cristo Re assumono dunque una grande attualità. Solo l'azione cattolica nel sociale sarà capace di porre rimedio ai mali della nostra epoca, facendo sì che Cristo regni nella società.




(Pubblicato in «O Legionário», no. 269, 31 ottobre 1937)

venerdì 18 novembre 2011

Meno tasse, meno stato, piu' liberta' !

IL 26 NOVEMBRE TUTTI A MILANO! - foto
Sabato 26 novembre dalle 14.30 prima manifestazione nazionale di tutti i Tea Party italiani contro l'invasione dello stato nella vita dei cittadini, contro un fisco oppressivo e una politica incapace di agire per il bene del paese. Insieme a molti movimenti e associazioni liberali scendiamo in piazza per chiedere a gran voce delle coraggiose riforme liberali!

Vogliamo ribadire il nostro no ad ulteriori tasse: no all'IVA al 21%, no alla patrimoniale, no all'ici e ai prelievi forzosi dal conto corrente. Monti si va a insediare al governo e ancora non ha chiarito questo punto determinante: vuole rilanciare il paese tagliando la spesa, le tasse e liberalizzando o lo vuole fare prosciugando i risparmi degli italiani?

Saranno con noi anche ospiti autorevoli, fra cui: Carlo Lottieri, Carlo Stagnaro, Adriano Teso, Alessandro De Nicola, Giancarlo Pagliarini, Marco Respinti e molti altri ancora.
Info:
Giacomo ZuccoPortavoce Nazionale
329.7717158
giacomo.zucco@teapartyitalia.itCLICCA SULL'EVENTO SU FACEBOOK
Fonte: Tea Party Italia

giovedì 17 novembre 2011

Dopo le armi il denaro: la nuova strategia cinese per soffocare il Tibet

16.11.11

Il nuovo governatore della provincia autonoma presenta un piano da 60 milioni di euro per “aiutare” monaci e religiosi del buddismo tibetano. Ma lancia anche i “monasteri modello”, una sorta di ghetto dorato per spezzare l’influenza che altri luoghi di culto hanno sulla popolazione locale. Una fonte di AsiaNews: “È una trappola”.

PeaceReporter - Pensioni “di anzianità”, sgravi fiscali e parziale libertà di culto. Sono queste le “esche” che il governo cinese sta cercando di usare per attirare i monaci tibetani nei “monasteri modello”, luoghi di presunta preghiera dove riunire tutti coloro che professeranno fedeltà al regime comunista sconfessando il Dalai Lama e l’idea di autonomia culturale per il Tibet.

Il programma è stato presentato da Chen Quanguo, che nel settembre 2011 è stato nominato Segretario del Partito e governatore della Provincia autonoma del Tibet. Chen è considerato un “moderato” rispetto al suo predecessore, il “mastino” Zhang Qingli, che con il suo atteggiamento violento aveva provocato le massicce rivolte avvenute nel 2008 a Lhasa e dintorni.

Chen, presentando il progetto, ha dichiarato che Pechino “è pronta a spendere 600 milioni di yuan (circa 60 milioni di euro) per i monaci buddisti. Vogliamo fornire pensioni di anzianità, contributi sanitari e sostegno giornaliero. Inoltre ci impegneremo per una maggiore diffusione di stampa e contenuti audio e video nella lingua tibetana”.

Quello che sembra essere un ponte di dialogo nasconde però un trucco: per “aiutare” tutti i religiosi (circa 50mila nell’area delle 3 province a maggioranza tibetana), il governo vuole proporre la creazione di “monasteri modello”: luoghi di nuova costruzione, chiusi al pubblico, dove ospitare e far lavorare i monaci nell’ambito della loro fede. Dei veri e propri ghetti, secondo una fonte di AsiaNews, che aggiunge: “Qualcuno si farà ingannare, ma non molti”.

Il governo centrale cerca in questo modo di spezzare la presa che alcuni monasteri, come quello di Kirti, hanno sui giovani tibetani: è da questo monastero che sono usciti i 12 monaci che si sono auto-immolati con il fuoco per protestare contro il dominio comunista e chiedere il ritorno del Dalai Lama nella sua casa. A sostegno di questi dimostranti si è alzata la voce di tutto il mondo.

mercoledì 16 novembre 2011

INVITANO ALLA SOLENNE S. MESSA alle ore 18


UNIONE MONARCHICA ITALIANA – Club Reale Vittorio Amedeo II

ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON

INVITANO ALLA SOLENNE S. MESSA alle ore 18

Sabato 19 novembre 2011 San Rocco
Piazza San Rocco –zona corso Virginia Marini-Alessandria

A ricordo del 150 ° della proclamazione del Regno d’Italia

Per S. M. la Regina Margherita a 160 anni dalla nascita

Per il Re Umberto II e la Regina Maria Jose’,
per il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena
Attesi al Pantheon di Roma

Per tutti i Membri di Casa Cavoia

Per i Caduti per la Patria in ogni momento

Alle ore 17.30 recita del S. Rosario pro- Defunti
SI PREGA DI ESSERE PUNTUALI PER TROVARE POSTO NEI BANCHI E DISPORSI ALLA PREGHIERA ED ALLA CERIMONIA SOLENNE
SONO GRADITE INSEGNE DI ASSOCIAZIONI, LABARI E BANDIERE.
SARANNO PRESENTI ASSOCIAZIONI D’ARMA, GUARDIE D’ONORE, GRUPPI DEVOZIONE RELIGIOSA PER LA PROCESSIONE D’INGRESSO.
LA S.MESSA E’ OFFERTA IN SUFFRAGIO DI TUTTI I NOSTRI CARI CHE CI HANNO LASCIATO NEL CORSO DEL 2011
ANIMAZIONE LITURGICA DEL CORO “JUBILUS” DIRETTO DAL
 M° ENRICO SOBRERO DI GENOVA
TROMBETTIERE M° CARLO GILARDI






Al termine della cerimonia il Parroco Rev. Don Massimo Marasini sarà lieto di presiedere il convivio serale a partire dalle ore 20 presso i locali adiacenti della Parrocchia, sala contenente al massimo 75 persone.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA  al n°  3388757442 – anche con sms
Oppure al n° 0131252437 Carmine PASSALACQUA
COSTO CENA 25 euro quale contributo per la serata.

VI PREGO DI INTERVENIRE NUMEROSI E DIVULGARE INVITO
















martedì 15 novembre 2011

Resoconto della prima riunione del movimento per la Gente di Zamparini.

Homepage

14/11/2011

Ieri a Fiano Romano il presidente Maurizio Zamparini a tenuto a battesimo il suo "Movimento per la gente"  a cui ha partecipato come relatore il nostro segretario federale Nino Sala. E' stato un momento imortante di grande partecipazione popolare, quasi 5000 persone, che hanno voluto testimoniare la voglia di un cambiamento dal basso della situazione italiana. All'evento sono intervenuti diverse associazioni come "Antiequitali" di Cagliari, Il Grembiule del Friuli ed il Tea Party dalla Toscana ed autorevoli esponenti della cultura e dello spettacolo tra cui Enrico Montesano, Tony Sperandeo, il comico Martufello e il parlamentare europeo Magdi Cristiano Allam.
DSCF1806.JPGDSCF1793.JPGDSCF1782.JPGDSCF1780.JPGDSCF1816.JPGDSCF1815.JPG








Fonte: Partito Tradizional Popolare 

domenica 13 novembre 2011

Nino Sala del Partito Tradizional Popolare a Fiano Romano con Zamparini

10/11/2011

Nino e Zamparini2.JPGDomenica 13 Novembre il segretario federale Nino Sala interverrà, in rappresentanza del Partito Tradizional Popolare, a Fiano Romano per il battesimo del Movimento per la Gente del Presidente Maurizio Zamparini.

E’ un appuntamento importante a cui partecipiamo con entusiasmo, perchè nasce, in un momento difficile per l’Italia, a Fiano un movimento popolare, aperto e animato da buoni propositi, sopratutto fatto di persone che vengono dal mondo del lavoro e non da quello dei privilegi che immobilizzano l’Italia.

Fonte: Partito Tradizional Popolare

 

 

martedì 8 novembre 2011

Renzi e le liberalizzazioni politically correct.

Renzi e le liberalizzazioni politically correct - foto
Tante 100 proposte, forse troppe. Appunti scritti con l’obiettivo di illustrare un nuovo progetto politico ma decisamente difficili da trasformare in un corpo omogeneo e comprensibile. L’impressione che scaturisce è quella di un forte indecisione politica sulla rotta precisa da prendere. Andiamo brevemente nel merito riguardo ai punti sui temi che a noi stanno più a cuore: fisco, conti pubblici e crescita.

Sicuramente ci piace il modo con cui si parla di riduzione del debito, sostenibilità del sistema pensionistico, abolizione dell’IRAP, riforma del diritto del lavoro, esternalizzazioni e riforma della giustizia. Non capiamo però come tutte queste proposte - per come vengono poste - possano essere autenticamente liberali. Nel dettaglio: la nostra riforma delle pensioni prevede il passaggio completo ad un sistema contributivo; l’abolizione dell’obbligatorietà della prestazione pensionistica; l’introduzione di operatori privati in concorrenza con l’INPS, cosi come già avviene adesso nella gestione del TFR per i lavoratori subordinati.

La nostra idea sull’IRAP è sì compatibile con quella di Renzi, tuttavia, cosa significa “una rivoluzione copernicana del sistema fiscale che riduca la pressione sul reddito personale e sulle imprese e la accresca sugli immobili e sulle rendite finanziarie”? La pressione fiscale non deve essere trasferita, deve scendere e basta. La nostra idea sulla riforma del mercato del lavoro è poi una autentica innovazione: abolizione del CCNL. La nuova gerarchia contrattuale dovrà essere prima di tutto tra l’azienda e il lavoratore. La tutela sociale del lavoro è la capacità del lavoratore subordinato di imporre la propria professionalità, senza nascondersi dietro al Contratto Collettivo.

La nostra idea sulle esternalizzazioni può essere in linea con quella di Renzi: sottolineiamo allora l’importanza di un servizio pubblico che apre la propria attività a competenze esterne private. Ancora, ci piace l’idea di ridurre il periodo di sospensione dell’attività giudiziari e l’informatizzazione dei tribunali. Concludendo: in queste 100 idee proposte liberali ce ne sono, a partire dal principio di concorrenza tra settore pubblico e privato fino alle liberalizzazioni per INAIL e servizi di pubblica utilità locale. Nondimeno Renzi e i suoi collaboratori non hanno la stoffa degli autentici liberali. Ci sarebbe piaciuto individuare proposte per liberalizzazioni vere. Alcuni esempi? Rai, trasporto ferroviario, istruzione, sanità e sistema pensionistico. In tutti questi casi, lo Stato deve fare un passo indietro, vendendo o aprire il mercato alla competizione privata.

SIMONE SCARLINI
Fonte: http://www.teapartyitalia.it/index.php/articolo/renzi-e-le-liberalizzazioni-politically-correct

giovedì 3 novembre 2011

La liberta' ci rovina. di Piero Nicola


 
Eccettuate le mosche bianche, a sentire i politici, gli intellettuali e i semplici cittadini, si deve convenire che partano da un presupposto erroneo, alquanto fluido, e che perciò vaneggino pensando e favellando dei casi nostri, al di sopra della semplice sfera materiale. L’idea prefabbricata e di enorme momento è il concetto di libertà, questa parola più terribile d’una bomba atomica, maneggiata da gli uni con scaltrezza, dagli altri, con beata incoscienza.
Simili ad alunni delle elementari, essi avrebbero bisogno di maestro che ne metta a fuoco l’estensione, che dia loro un sodo punto d’appoggio da cui ripartire per i ragionamenti e per la vita.
confusioneIl termine libertà non significa nulla, è zeppo di illusione, senza le debite determinazioni. Ricordando come esso sia tutt’altro che un assoluto, molti ne convengono. Tranne gli anarchici, gli altri devono piegarsi al fatto che l’uomo non è in grado di valersi della libertà indeterminata, sconfinata. Le leggi e la forza pubblica sono lì a dimostrarlo, a mostrare la necessità di reprimere gli abusi, e non solo a causa dei delinquenti: chiunque necessita di un alto là o di un richiamo circa le sue tendenze e debolezze. Chiunque è preda della concupiscenza e di qualche vizio, magari di opinione in buona fede; ed esso non è mai innocuo, checché ne dicano i sofisti antichi o attuali, perché dall’errore nascono i mostri.
Sicché appare assiomatico che la libertà individuale e sociale abbisogna di limiti, per le rispettive integrità non solo spirituali. Il discorso può apparire teorico agli avveduti, i quali osservano: polizie e tribunali non sono sufficienti, quando la corruzione prende il sopravvento. Intanto, però, le leggi sbagliate sono l’esca della corruzione, specie in una società spiritualmente indigente qual è la nostra, dove ogni fede confortata dall’equa libertà, ben risposta nella verità, è ridotta a uno stato larvale; viceversa le giuste norme danno adito all’ideale rettitudine.
Resta da esaminare il rapporto tra la legislazione e l’etica che preserva dal male e quindi dal danno.
Prima di allegare alcuni esempi significativi, occorre una premessa. L’umane corruttibilità e fallibilità hanno carattere perenne, come è perenne la legge indispensabile per la vita comune e per quella personale. Le regole basilari della sana condotta sono irreformabili, data la costante la fragilità che danneggia gli esseri.
Prendiamo dunque il divorzio. L’istituto del matrimonio indissolubile non elimina certi inconvenienti; indipendentemente dalle circostanze, recherà i suoi dolori e scompensi. Tuttavia le seduzioni ad esso contrarie possono essere incrementate, o altrimenti represse senza nocumento per la giustizia; per giunta, il sentimento della famiglia unica e unita e il valore del sacrificio sono suscettibili d’essere promossi e di attecchire. Ma, anche nell’odierna situazione di crisi dei rapporti coniugali, il divorzio genera disordini e conseguenze deleterie molto superiori. Ergo, abbiamo una legge del diritto di famiglia (e non solo riguardo al mero vincolo matrimoniale) che produce una degradazione.
Una società può forse permettersi il divorzio, in quanto non decada, per questo, materialmente. La tara relativa all’esistenza superiore, presa dall’edonismo, mina il consorzio civile. E il divorzio vi costituisce un fenomeno del malanno.
Prendiamo l’aborto. Pur contenuto e moderato, il suo effetto è positivamente peggiore della sua proibizione. L’argomento con cui si sostiene che l’aborto clandestino sussisterebbe con peggiori conseguenze resta un sofisma. Uno stato molle, che non sa far rispettare il dovere, non diventa migliore abolendo la giustizia con la licenza; stabilendo diritti inesistenti, soprattutto si altera la verità.
Sarebbe inutile continuare con la pornografia in parte ammessa, in parte tollerata, con le negazioni legali di alcune differenze tra i sessi, con la totale equiparazione degli omosessuali ai normali, con gli artifici obbrobriosi concessi alla procreazione, con la legittimità attribuita ad ogni seduttore nel campo religioso, filosofico, morale. E ci vuol poco a chiudere la bocca agli indignati che stimano gli uomini capaci di difendersi dagli spacciatori di veleni ideologici. Le pene severe inflitte a chi parla o scrive denigrando i rappresentanti delle istituzioni civili, o a chi manifesta false opinioni su certi fatti storici, o che pecca di apologia di fascismo o di nazismo, rivela tutta l’importanza, tutta la pericolosità delle voci indesiderate, rivela quanto i cittadini siano influenzabili in tal senso.
Il complesso delle licenze, chiamate libertà legittime (anche in luogo di pur necessarie tolleranze), ha un evidente effetto di lusinga del vano orgoglio, di prossenitismo statale, ha assunto una tale grandezza che non durerà più molto senza aver abbrutito l’umanità.
Torna l’antica tragedia dei costumi deteriorati dai governanti che non sanno o non possono, a causa dello stesso sistema politico, governare altrimenti. Si è giunti a negare l’esistenza o l’importanza dei cattivi costumi. Questa balorda opinione è entrata nella comune forma mentis al pari d’un’epidemia, salvo accusare di dissolutezza i propri avversari. Del resto, la logica e la coerenza sono snervate, subordinate alla convenienza con lo stessa irrazionale cocciutamente usata dalle donnicciole.
O interviene una cura drastica, un’operazione sul corpo sociale posto sotto ferri chirurgici, o non abbiamo futuro. Purtroppo è finito il tempo in cui bastavano le mezze misure.
Quando la casa è sporca e infetta, si mette mano a scopa, lisoformio e topicida. Gli abitanti abituati al lezzo o nati nella topaia non potranno, per questo, evitare il peggio.

Fonte:http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1118:la-liberta-ci-rovina-di-piero-nicola-&catid=54:societa-civile-e-politica&Itemid=123

mercoledì 2 novembre 2011

La terra palestinese diventa patrimonio dell' umanita'

 
Consensi e malumori durante la votazione a Parigi

di Paola Bisconti

Nonostante l’assemblea generale abbia riconosciuto la Palestina come membro dell’organizzazione Onu, sono state numerose le dichiarazioni di chi non ha accettato il verdetto. Lunedì 31 ottobre nella sede di Parigi infatti a vincere sono stati i 107 voti favorevoli contro i 14 contrari, ma è proprio fra questi che si sono alzate le voci più forti. Israele parla di “tragedia” e non crede che tale vittoria palestinese possa aprire ad un futuro di pace. Ancora più drastica è la risposta degli Stati Uniti, che hanno provveduto a sospendere i finanziamenti di circa 60 milioni di dollari nei confronti dell’Unesco impoverendo le loro casse del 22%.

Ma se si considera che tra i voti favorevoli compaiono i nomi della parte del mondo che cresce (Cina, India, Brasile, Sud Africa, Russia e Paesi Arabi) si intravedono spiragli di ottimismo. Nel limbo degli indecisi vi sono invece l’Italia e la Gran Bretagna, astensioni interpretate come non-decisioni e che hanno contribuito ad aumentare la confusione tra gli stati europei, apparsi decisamente spaccati durante l’assemblea.

Ciò che conta alla fine è lo stato d’animo dei palestinesi, che si dichiarano fiduciosi e ottimisti. Sono consapevoli che la tutela dei beni come la Casa della Natività o l’orto del Getsemani non potrà modificare sostanzialmente la loro quotidianità, ma se i loro tesori saranno riconosciuti come tali allora la Palestina potrà sperare in un ingresso nelle Nazioni Unite. Tale traguardo significherebbe finalmente una tutela dei diritti umani e la possibilità di appellarsi contro qualsiasi tipo di sopruso.

Le dichiarazioni contrarie alla decisione dell’assemblea definiscono l’operazione prematura e controproducente… ma quanto dovrebbero attendere i palestinesi per vivere senza la paura di essere attaccati? Tutti A conferma dell’importanza della decisione dell’Unesco le parole del ministro degli esteri Riyad Al Maliki: “Questo è davvero un momento storico che suggerisce alla Palestina alcuni dei suoi diritti”. Ancora una volta, quindi, l’arte (e con essa l’educazione, la scienza, la cultura) diventa uno strumento per raggiungere obiettivi di pace.
 
Fonte: http://www.laperfettaletizia.com/2011/11/la-terra-palestinese-diventa-patrimonio.html