mercoledì 30 marzo 2011

Per il 65° Anniversario dell'Autonomia e dello Statuto della Regione Siciliana


la Federazione regionale per la Sicilia di Alleanza Monarchica - Stella e Corona Domenica 15 maggio 2011 dalle ore. 9.00 alle 13.30 organizza una manifestazione con sit-in e comizio in Piazza Unione Europea (Messina) di fronte al monumento ai caduti.


Ricordiamo che l'Autonomia e lo Statuto della Regione Siciliana furono concessi da S.M. Re Umberto II di Savoia con il Regio Decreto n. 455 del 15 maggio 1946

Per qualsiasi informazioni sull'evento

telefonare al 328 7298546
o e-mail:
angelobarbuscia@libero.it

sito della Federazione per la Sicilia di Alleanza Monarchica - Stella e Corona
http://www.alleanzamonarchicasicilia.blogspot.com/

Fonte:  http://www.alleanza-monarchica.com/manifestazione-di-alleanza-monarchica-per-il-65°-anniversario-dellautonomia-e-dello-statuto-della-re

domenica 27 marzo 2011

Il "codice Massignon" per capire la Siria oggi, di Massimo Introvigne

di Massimo Introvigne (La Bussola Quotidiana, 25 marzo 2011)


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Per capire quello che sta succedendo in Siria occorre raccontare una strana storia che potremmo chiamare codice Massignon, dal nome del sacerdote cattolico di rito melchita e grande islamologo Louis Massignon (1883-1962), il cui approccio irenico nei confronti dell’islam ha dominato il mondo cattolico per decenni e ha iniziato a essere messo in discussione solo con il pontificato di Benedetto XVI.

Grandissimo studioso, Massignon ha anche lavorato per anni per l’intelligence e la diplomazia francese, ed è stata una voce molto ascoltata a Parigi – per cinquant’anni – su tutto quanto riguarda la Siria. Il Massignon uomo dei servizi e diplomatico sta alla Francia e alla Siria come Thomas Edward Lawrence (il famoso “Lawrence d’Arabia”, 1888–1935) sta alla Gran Bretagna e alla penisola arabica. Quando nel 1916 sono conclusi gli Accordi Sykes–Picot, che dividono il Medio Oriente in zone d’influenza attribuendo alla Francia la Siria e il Libano e alla Gran Bretagna la penisola arabica e l’attuale Iraq, sono Massignon e Lawrence i principali esperti che partecipano alle trattative.
L’accostamento dell’islamologo cattolico alle cose siriane, di cui era impareggiabile conoscitore, è stato certamente condizionato dalla sua simpatia per gli sciiti e anche dalla sua discreta ma decisiva affiliazione politica – che derivava a sua volta da un’interpretazione del messaggio della Madonna nell’apparizione di La Salette del 1846, cruciale per tutta la spiritualità di Massignon – a un piccolo movimento francese importante nel secolo XIX e che esiste ancora oggi, il naundorffismo, nato dalla pretesa dell’avventuriero Louis Naundorff (1785-1845) di essere Luigi XVII, il figlio di Luigi XVI (1754-1793) e di Maria Antonietta (1755-1793), che sarebbe miracolosamente sopravvissuto alla prigione del Tempio. L’avversione di Massignon per la dinastia degli Omayyadi, i primi califfi sunniti che avrebbero conculcato il giusto diritto di ‘Ali (morto nel 661), cugino del Profeta e suo genero in quanto marito della figlia prediletta Fatima, nasce da un parallelo fra i discendenti di ‘Ali e la famiglia Naundorff. Egli vede nelle ingiustizie contro i figli di ‘Ali e Fatima una “figura” delle ingiustizie della Francia contro i “veri” discendenti di Luigi XVI, i Naundorff.

Pure non insensibile ai magnifici monumenti omayyadi di Damasco, Massignon si accosta così con un pregiudizio favorevole alla rivendicazione dei partigiani di ‘Ali, gli sciiti, e per primo in Occidente studia le “sette” dette iper-sciite, che considerano ‘Ali non solo una vittima delle ingiustizie sunnite ma un’incarnazione divina e il rivelatore di dottrine esoteriche. Tra questi iper-sciiti ci sono gli alauiti siriani, minoranza (12%) in un paese all’ottanta per cento sunnita. Massignon non solo li fa conoscere, ma tesse una trama di relazioni che contribuisce in modo decisivo a farne i migliori amici della Francia nel complicato scenario siriano. Secondo Massignon, l’Occidente aveva una buona ragione per favorire gli alauiti. Essi sarebbero in qualche modo filo-cristiani. Nella letteratura alauita, in buona parte segreta e nota solo appunto grazie a Massignon, lo studioso francese trova tutta una serie di ipotesi e di leggende in qualche modo aperte verso il cristianesimo. La sua attenzione si appunta sulla venerazione di Fatima, moglie di ‘Ali e figlia di Muhammad, che da cristiano Massignon considera una misteriosa “figura” di quella Vergine Maria apparsa – per Massignon, non casualmente – dopo La Salette in una località portoghese che si chiama appunto Fatima.

Gli studi alauiti di Massignon si concentrano poi sulla figura di Salman Pak, un cristiano persiano che fu barbiere e consigliere di Muhammad e che secondo alcune leggende, pur riconoscendo nel fondatore dell’islam un vero inviato di Dio, non avrebbe mai abiurato il cristianesimo. Presso le eresie iper-sciite, in particolare gli alauiti, Salman Pak forma addirittura con ‘Ali e Muhammad una trinità, nessuno dei cui membri è considerato “Dio per essenza” ma cui è attribuita – Dio essendo ineffabile e inconoscibile – una “deificazione per partecipazione”, così che ci si avvicinerebbe in qualche modo alla nozione cristiana di Trinità. Il culto di Salman Pak nelle corporazioni di mestiere arabe, conosciuto in Occidente dopo le Crociate, avrebbe influenzato secondo una tesi di Massignon perfino la nascita della massoneria in Occidente. La tesi è storicamente molto dubbia, ma è ideale per attirare sugli alauiti non solo le simpatie dei francesi cattolici, ma anche di quelli massoni.

Sarà dunque grazie all’appoggio francese influenzato dalla teorie di Massignon che gli alauiti – e in particolare i membri della potente famiglia alauita Asad – occuperanno le posizioni decisive nell’Esercito siriano: il che permetterà loro, dopo l’indipendenza, di impadronirsi del potere, dopo alterne vicende, nel 1970 con il colpo di Stato di Hafiz al Asad (1930-2000), cui è succeduto nel 2000 il figlio e attuale presidente Bashar al Asad.

Si potrebbe fare qualche considerazione sul fatto che la Francia, tanto sollecita per i diritti umani, si è sempre voltata dall’altra parte quando gli Asad hanno instaurato e perpetuato una spietata dittatura in Siria. Ma questo ci porterebbe lontano dal nostro tema. Gli sciiti odierni considerano gli iper-sciiti alauiti “fratelli che sbagliano”, il che spiega le buone relazioni della minoranza alauita al potere in Siria con la casa madre sciita in Iran e con gli sciiti Hezbollah in Iran. I sunniti considerano invece gli iper-sciiti in genere e gli alauiti in particolare eretici non musulmani. In Siria con la famiglia Asad non vi è dunque – come altrove – una dittatura della maggioranza che opprime le minoranze, ma la dittatura di una minoranza (alauita) sulla maggioranza (sunnita). Di qui negli anni 1980 i tentativi d’insurrezione anti-Asad dei Fratelli Musulmani, sunniti, e la repressione alauita che ha fatto un numero di morti che probabilmente non si riuscirà mai a contare, variamente stimato fra i 35.000 e i 70.000.

Gli Asad sono al governo da quarant’anni. Hanno cooptato nel loro sistema di potere diversi sunniti, ma la maggioranza continua a non accettare che una minoranza religiosa domini un Paese dove più di otto cittadini su dieci non sono alauiti. “C’est la faute à Massignon”, “è colpa di Massignon”, mi ripeterono intellettuali e accademici siriani durante una visita a Damasco nel 2005. C’è del vero. Ma in ogni caso il dominio di una minoranza su una maggioranza prepara sempre polveriere che, presto o tardi, esplodono.

Fonte:  http://www.cesnur.org/2011/mi-rivolte-06.html

venerdì 25 marzo 2011

A NAPOLI I 60 ANNI DELLA CISNAL-UGL

Centrella: “Forti delle nostre potenzialità, di quello che siamo stati e di quello che potremo riuscire a essere”

Data: 24/03/2011
  Tra applausi e immagini di 60 anni di storia si sono chiusi a Napoli, alla Mostra d’Oltremare, i festeggiamenti per il 60° anniversario della Cisnal - Ugl.
Ad aprire l’evento il video della poesia scritta da Giovanni Paolo II in memoria di un operaio morto sul lavoro, letta da Vittorio Gassman, per ricordare la figura del Santo Padre in vista dalla sua beatificazione il prossimo Primo Maggio, a cui l’Ugl prenderà parte.
“Il nostro sindacato – ha detto dal palco il segretario generale, Giovanni Centrella - è in piena crescita, e sta portando avanti la politica che ci ha lasciato il presidente Polverini: stare sui luoghi di lavoro, al fianco dei lavoratori, salvaguardare il ceto medio-basso, i pensionati. Se riusciremo a fare questo, già faremo tantissimo”.
Sul podio anche Renata Polverini, Stefano Cetica e Corrado Mannucci, che hanno ripercorso con una serie di filmati la storia del sindacato, raccontata anche dal volume ‘Sindacalismo, dalla Cisnal all’Ugl, 60 anni di storia’ a cura di Geremia Mancini, la cui presentazione ha aperto a Roma, il 24 marzo 2010, l’anno celebrativo. A presentare l'evento Vanya Cardone, responsabile editing GR Parlamento.
“Oggi – ha aggiunto Centrella – l’Ugl va avanti con dedizione e con umiltà, nelle grandi e nelle piccole vertenze, ma senza sentirsi seconda a nessuno. Siamo orgogliosi di segnalare una crescita di iscritti che nel 2010 è stata del 14,7 per cento. Un risultato straordinario, soprattutto in tempi di crisi, che ci deve rendere tutti orgogliosi, consapevoli, forti delle nostre potenzialità, di quello che siamo stati e di quello che potremo riuscire a essere”.
Alla manifestazione hanno portato il proprio saluto rappresentanti istituzionali e sindacali, dal messaggio inviato dal presidente del Senato, Renato Schifani, all’intervento sul palco del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Fra gli ospiti anche Claudio Gorelli, il responsabile della segreteria tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, Silvia Garnero, assessore alla moda, Eventi, Expo della Provincia di Milano, Antonio Pentangelo, assessore ai Trasporti della Provincia di Napoli, Raffaele Bonanni, il segretario generale della Cisl, Fulvio Fammoni, il segretario confederale della Cgil, Gianni Lettieri, candidato Sindaco di Napoli per il Pdl, Salvatore Illiano, responsabile delle relazioni sindacali di Ansaldo Breda, Ciro Favicchia, ex direttore Unione Industriali di Napoli e amico del segretario generale, Giovanna Cerni, vice prefetto di Napoli, gli eredi di Landi e di Roberti, ex segretari generali dell'Ugl.

Fonte:  http://www.ugl.it/InPrimoPiano/tabid/209/ctl/Details/mid/582/ItemID/5272/language/it-IT/Default.aspx?SkinSrc=[L]Skins/interna_2_colonne/skin&ContentPaneSkin=[L]Containers/xhtml_orig/innerContent_container

giovedì 24 marzo 2011

Biografia

San Josemaría Escrivá ha aperto una nuova strada di santificazione nella Chiesa Cattolica, ricordando che tutti gli uomini possono raggiungere la santità compiendo il loro lavoro e i loro impegni quotidiani con spirito cristiano.
INFANZIA E GIOVENTÙ

Josemaría Escrivá nacque a Barbastro (provincia di Huesca, Spagna) il 9 gennaio 1902. I suoi genitori si chiamavano José e Dolores. Ebbe cinque fratelli: Carmen (1899-1957), Santiago (1919-1994) e altre tre sorelle più giovani di lui che morirono in giovane età. I coniugi Escrivá impartirono ai loro figli una profonda educazione cristiana.

Nel 1915, il padre, che era commerciante di tessuti, dovette trasferirsi a Logroño, dove trovò un altro lavoro. In questa città Josemaría percepì per la prima volta la sua vocazione: dopo aver visto sulla neve le orme dei piedi nudi di un religioso, intuì che Dio voleva qualcosa da lui, senza sapere esattamente che cosa. Pensò che avrebbe potuto scoprirlo più facilmente se si fosse fatto sacerdote e cominciò a prepararsi, prima a Logroño e successivamente nel seminario di Saragozza. Seguendo un consiglio di suo padre, intraprese anche gli studi civili di diritto, iscrivendosi come privatista all’università di Saragozza.

LA FONDAZIONE DELL'OPUS DEI

José Escrivá morì nel 1924 ed egli divenne capo famiglia. Ricevette l'ordinazione sacerdotale il 28 marzo 1925, e cominciò a esercitare il ministero in una parrocchia rurale, quindi a Saragozza.

Nel 1927 si trasferì a Madrid, con il permesso del suo vescovo, per conseguire il dottorato in diritto. Lì, il 2 ottobre 1928, Iddio gli fece vedere la missione che da vari anni gli stava ispirando, e fondò l'Opus Dei. Da quel momento si impegnò con tutte le sue forze per lo sviluppo di ciò che Dio gli aveva chiesto di fondare, e contemporaneamente continuava a esercitare il ministero pastorale affidatogli che lo metteva ogni giorno a contatto con le malattie e la miseria negli ospedali e nei quartieri popolari di Madrid.

Josemaría si trovava a Madrid quando, nel 1936, scoppiò la guerra civile. La persecuzione religiosa lo costrinse a rifugiarsi in vari luoghi. Esercitava il ministero sacerdotale clandestinamente, finché riuscì a lasciare Madrid. Dopo aver attraversato i Pirenei, riparando nel sud della Francia, si stabilì a Burgos.

Terminata la guerra, nel 1939, fece ritorno a Madrid. Negli anni successivi predicò numerosi esercizi spirituali per laici, sacerdoti e religiosi. Nello stesso anno 1939 terminava gli studi per il dottorato in diritto.

GUIDANDO LA CRESCITA DELL'OPUS DEI

Nel 1946 si stabilì a Roma. Ottenne il dottorato in teologia all'Università Lateranense. Fu nominato consultore di due Congregazioni vaticane, membro onorario della Pontificia Accademia di Teologia e prelato d'onore di Sua Santità. Seguì attentamente i preparativi e le sessioni del Concilio Vaticano II (1962-1965), intrattenendo fitti rapporti con diversi padri conciliari. Da Roma si recò più volte in vari paesi europei, per dare impulso all'avvio e al consolidamento dell'attività dell'Opus Dei. Per gli stessi motivi, fra il 1970 e il 1975 fece lunghi viaggi in Messico, nella penisola iberica, in Sud America e in Guatemala, tenendo riunioni di catechesi con gruppi numerosissimi di persone.

Morì a Roma il 26 giugno 1975. Il suo corpo riposa nella Chiesa Prelatizia di Santa Maria della Pace - Viale Bruno Buozzi, 75 - Roma.

Migliaia di persone, fra cui numerosi vescovi di vari paesi - complessivamente, un terzo dell’episcopato mondiale -, chiesero alla Santa Sede l’avvio della causa di canonizzazione.

BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE

Il 17 maggio 1992 Giovanni Paolo II beatificava Josemaría Escrivá in piazza San Pietro a Roma, alla presenza di 300.000 persone. “Con un’intuizione soprannaturale - disse il Papa nell’omelia- il beato Josemaría predicò instancabilmente la chiamata universale alla santità e all’apostolato”.

Dieci anni dopo, il 6 ottobre 2002, Giovanni Paolo II ha canonizzato il fondatore dell'Opus Dei in Piazza San Pietro davanti a pellegrini provenienti da oltre 80 paesi. Durante il discorso nell’udienza concessa il 7 ottobre 2002 in Piazza San Pietro ai pellegrini convenuti a Roma per la canonizzazione di Josemaría Escrivá, il Santo Padre ha detto che "san Josemaría fu scelto dal Signore per annunciare la chiamata universale alla santità e per indicare che la vita di tutti i giorni, le attività comuni, sono cammino di santificazione. Si potrebbe dire che egli fu il santo dell'ordinario".

Per chi desidera pregare davanti ai sacri resti di san Josemaría, può visitare Santa Maria della Pace a Roma. Clicca qui per trovare maggiori informazioni. Oppure scarica il depliant informativo in formato pdf.Si pregano coloro che ottengano grazie per intercessione di sanosemaría Escrivá, di inviarne comunicazione alla Prelatura dell'Opus Dei - Ufficio per le Cause dei Santi: via Cosimo del Fante, 19 - 20122 Milano;info@opusdei.it 
Fonte:  http://www.opusdei.it/sec.php?s=109

mercoledì 23 marzo 2011

17 marzo 2011 : Buon compleanno Italia

17 marzo 2011 : Buon compleanno Italia
(volantinaggio monarchico a Biella)

E’ mancato il sole soltanto a coronare l’iniziativa di volantinaggio in Biella nella data di ieri 17 marzo 2011. Non ha piovuto comunque, nonostante un cielo grigio piombo. La temperatura mite infine ha fatto si, che le persone a passeggio per la città fossero davvero tante.
Tutto secondo il programma quindi, nonostante alcune defezioni dell’ultimo minuto per ragioni di salute, di alcuni nostri “giovanotti”.
La distribuzione del materiale, volantini (diritto e rovescio) e copie di Italia Reale è proceduta speditamente, ed in meno di 90 minuti siamo rimasti a mani vuote. Circa 200 copie del nostro mensile, in gran parte dell’edizione di febbraio, sono stati particolarmente apprezzati. Più del doppio i volantini. Il momento più favorevole si è avuto quando, al seguito della banda musicale della città di Biella è transitato per via Italia il corteo delle associazioni con i vari labari e bandiere. Tra la gente assiepata ai m argini della via per assistervi, abbiamo infatti continuato con profitto la distribuzione.



La curiosità di alcuni cittadini, qualche richiesta di spiegazioni circa il simbolo “Monarchici Uniti” riportato sui volantini, e qualche bel sorriso, ci hanno fatto intendere che la nostra presenza non era un disturbo, ma una piacevole sorpresa.



Alcuni amici, attirati dall’avviso comparso sull’edizione de “Il Biellese” di martedì 15, ci hanno appositamente raggiunti per una stretta di mano.
Peccato per la completa assenza della locale delegazione delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, da noi contattata senza alcun risultato. Un grazie di cuore invece, agli amici Andrea Zerbola, Riccardo Martines e Sandro Boffa, che disinteressatamente hanno reso possibile questa iniziativa. Grazie davvero !
Le modalità della stessa, il risultato di immagine e presenza, la raggiunta divulgazione di materiale ad un vasto numero di persone, sono sicuramente validi e fondati motivi per riproporci in altre sedi e con altri argomenti, allo scopo di tornare ben visibili nel panorama politico e culturale locale prima e nazionale poi.

Ancora un Buon compleanno alla nostra Patria e arrivederci alla prossima !

18.03.2011 - Alberto Conterio

Fonte:  http://biellamonarchica.blogspot.com/2011/03/17-marzo-2011-buon-compleanno-italia.html

domenica 20 marzo 2011

La lotta al crocefisso, un «Alzheimer storico»

di Massimo Introvigne


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La notizia che arriva da Strasburgo, dove la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso in sede di ricorso e con sentenza definitiva che l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche italiane non viola la libertà religiosa dei non cristiani e degli atei, fa del 18 marzo 2011 una bella giornata per la libertà religiosa. È la prima volta che una sentenza di primo grado resa all’unanimità (sette giudici a zero) è rovesciata dalla Grande Camera della Corte Europea in sede di ricorso, il che mostra come la Corte abbia compreso il rischio insito nella precedente decisione del 3 novembre 2009, che rovesciava la precedente giurisprudenza dello stesso tribunale europeo con argomenti ideologici e fumosi. Si deve essere grati all’attuale governo italiano – pubblicamente ringraziato dal Papa in diverse occasioni, tra cui quella dell’importante discorso del 10 gennaio 2011 al Corpo diplomatico – per avere perseguito con ostinazione il ricorso, e ai governi di Armenia, Bulgaria, Cipro, Russia, Grecia, Lituania, Malta, Monaco, Romania e Repubblica di San Marino per avere voluto aggiungere i loro nomi a quello dell’Italia nella procedura di ricorso. Per converso, brillano naturalmente per la loro assenza tutti gli altri Stati europei: non stupisce la Spagna di Zapatero, un po’ di più la Germania e la Francia, pure su altre questioni più sensibili ai diritti dei cristiani. La storia giudiziaria della causa include anche il fatto che alla decisione di primo grado abbia partecipato il giudice italiano Vladimiro Zagrebelsky – noto campione del laicismo più ideologico – il cui mandato alla Corte Europea è terminato, felicemente per i sostenitori del crocefisso, nel gennaio 2010.

Lo studio delle motivazioni della sentenza, già disponibili in lingua inglese ovvero in lingua francese, è molto istruttivo. È vero che la sentenza della Grande Camera è stata raggiunta ad ampia maggioranza – quindici giudici contro due – ma all’interno della maggioranza si sono manifestate opinioni diverse. Vale la pena di leggere anche le motivazioni di chi ha votato contro: il giudice svizzero Giorgio Malinverni e quella bulgara Zdravka Kalaydjieva. Il loro testo, redatto da Malinverni, ribadisce l’argomento laicista secondo cui il crocefisso nelle scuole ha un effetto «incomparabile» sugli studenti e impone con una sorta di violenza la religione a giovani «spiriti che mancano ancora di capacità critica» grazie alla «forza coercitiva dello Stato». Questo laicismo estremo, per fortuna, è rimasto del tutto minoritario nella Grande Camera.

La maggioranza dei giudici ha assunto un atteggiamento di buon senso, ma che per altri versi si potrebbe definire minimalista. Dopo avere ricordato che nell’Europa allargata della Corte di Giustizia – che, va ricordato, non è collegata all’Unione Europea ed è emanazione di tutti i Paesi situati geograficamente in Europa e non solo di quelli UE – solo tre Stati vietano la presenza del crocefisso nelle scuole pubbliche – la Macedonia, la Georgia e la Francia (con l’eccezione dell’Alsazia e della Mosella, cui dopo la Prima guerra mondiale è rimasto uno statuto speciale) –, la Grande Camera non ha coltivato l’argomento «culturale» né, forse giustamente, ha seguito chi affermava che il crocefisso andava mantenuto nelle scuole perché è un simbolo culturale e nazionale piuttosto che religioso. La Grande Camera ha ritenuto il crocefisso un simbolo anzitutto religioso – pure ammettendo che in Italia possa avere assunto anche significati secondari di carattere culturale – ma lo ha definito un «simbolo passivo». Non essendo accompagnato nelle aule scolastiche italiane da un indottrinamento religioso obbligatorio – la Corte ha più volte ritenuto in passato che un insegnamento della religione non obbligatorio non viola la libertà delle minoranze – né da preghiere ugualmente obbligatorie in classe, il crocefisso non ha quegli effetti proselitistici rispetto ai non cattolici denunciati dalla ricorrente nella causa originaria, la signora Soile Lautsi, e dai due giudici della Grande Camera dissenzienti. La sentenza nota anche che il crocefisso è esposto in un contesto come quello italiano dove la libertà religiosa delle minoranze è garantita, e dove – l’esempio è esplicitamente sottolineato – nessuno vieta alle alunne musulmane di presentarsi a scuola con il velo (che copre solo il capo ed è, naturalmente, cosa diversa dal burqa). Nella sostanza si tratta secondo la Grande Camera di materia su cui spetta ai singoli Stati regolarsi come credono.

Probabilmente solo su un’argomentazione come questa – giuridicamente ineccepibile, ma culturalmente debole – si poteva ottenere l’ampia maggioranza che ha portato alla storica vittoria. Tre giudici hanno però voluto aggiungere alla sentenza le loro opinioni personali, favorevoli al dispositivo ma integrative nelle motivazioni. La giudice irlandese Ann Power e quello greco Christos Rozakis hanno introdotto l’elemento culturale del significato identitario del crocefisso nella storia dell’Italia e dell’Europa, sia pure con molta cautela. Esemplare è la motivazione del giudice maltese Giovanni Bonello, il quale definisce l’avversione al crocefisso “una forma di Alzheimer storico”, attacca l’“intolleranza degli agnostici e dei laicisti” e scrive senza infingimenti che “una Corte europea non può mandare alla rovina secoli di tradizione europea”. Bonello ha anche sottolineato come la stessa Corte che aveva vietato il crocefisso aveva non solo consentita, ma dichiarata obbligatoria contro un divieto che il governo turco aveva cercato d’imporre, la diffusione presso i giovani e nelle scuole del romanzo Le undicimila vergini di Guillaume Apollinaire (1880-1918), opera certo di un letterato noto ma che inneggia «al sadismo e alla pedofilia». «Sarebbe stato molto strano, secondo me – conclude Bonello – che la Corte avesse difeso e protetto questo ammasso abbastanza mediocre di oscenità nauseanti, che a lungo ha circolato clandestinamente, fondandosi su una sua vaga appartenenza al ‘patrimonio europeo’ e nello stesso tempo avesse negato il valore di patrimonio europeo a un emblema che milioni di Europei hanno riconosciuto lungo tanti secoli come un simbolo senza tempo di redenzione attraverso l’amore universale».

Fonte:  http://www.cesnur.org/2011/mi-croce.html

giovedì 17 marzo 2011

150 dell'unità d'Italia a Lucca

Il segretario di Stella e Corona Lucca 18 Marzo 2011
Movimento Monarchico,
Mauro Mazzoni
commenta i festeggiamenti
dei 150 anni di unità d’ Italia.



A Lucca, i festeggiamenti dell’ unita d’ Italia, sono stati un successo. Il Comune la Provincia la Prefettura con iniziative culturali e storiche, ha coinvolto la cittadinanza. Mentre il tricolore sventolava ovunque. Tengo a precisare che i 150 anni, vanno separati in 85 di Monarchia e 65 di Repubblica. Non riesco ad immaginare un Italia divisa in statarelli, dove francesi ed austriaci avrebbero sguazzato in largo e lungo. Come Toscano, voglio ricordare che la seconda capitale d’ Italia, fù Firenze, nel 1865 – 1871. Il giorno 17 Marzo ho seguito una trasmissione televisiva, dove una giornalista in strada intervistava a Roma alcuni politici, facendo delle domande precise, nessuno sapeva rispondere, oppure sbagliavano date e fatti storici, quale evento rappresentava il 17 Marzo, chi era il primo Re d’ Italia, a Teano cosa era successo, il penultimo intervistato, ha usato la tattica della fuga immediata trovandosi in difficoltà. L’ ultimo intervistato il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha risposto giustamente. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha la mia stima come cittadino e come esponente politico, è una persona moderata ma decisa, in difesa della persone più deboli, coraggioso e sempre disposto al dialogo. Si è fatto garante di tutti gli Italiani, da Biella a Lampedusa , esaltando i valori patriotici. Concludendo molti paesi Europei, ci invidiano un Presidente cosi.


mercoledì 16 marzo 2011

San Josemaría nel cuore della Sicilia

Il 5 marzo è stata inaugurata una strada di Enna intitolata a san Josemaría. Enna è il capoluogo di provincia più alto d’Italia, con i suoi 931 metri di altitudine ed è il centro geografico, il cuore della Sicilia.

14 marzo 2011

Enna, l’antica Castrogiovanni, Henna per i romani, che l’avevano definita Urbs Inexpugnabilis per la sua posizione strategica, detta anche Belvedere di Sicilia, per le superbe vedute panoramiche che da lì si hanno su buona parte dell'isola, ha intitolato una strada a San Josemaría Escrivá, strada che si trova all’interno dell’area di sviluppo artigianale nella zona bassa di Enna.

La mattina di sabato 5 marzo, la giornata ha avuto inizio con un affollato incontro nella sede dell’Autocarrozzeria Orlando, luogo scelto appositamente per simboleggiare il messaggio del santo circa la santificazione del lavoro e la zona dove è collocata la strada, densa di intraprese e destinata a un grande sviluppo economico e sociale. L’incontro si è così svolto in un un’officina, ambiente atipico, ma denso di significato simbolico.

Durante l’incontro è stato presentata la nuova edizione della biografia di san Josemaría “Roma nel cuore”, di Pilar Urbano. Sono intervenuti l’Assessore comunale all’Agricoltura e alle aree verdi Luigi Savarese, la dottoressa Marta Mingrino, che ha svolto il ruolo di moderatrice, il giornalista delle sede regionale della Rai Rino Realmuto, e il curatore del volume, Aldo Capucci. Tutti hanno sottolineato l’alto valore che assume la santificazione del lavoro professionale nel messaggio di san Josemaría, esprimendo al contempo la speranza che con la sua intercessione la nuova zona di sviluppo artigianale di Enna divenga luogo di impegno insieme cristiano e professionale, a vantaggio della società e delle famiglie di Enna.

Dopo un breve saluto del Comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Baldassare Daidone, ha concluso i lavori mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina, che ha esortato i presenti a impegnarsi nel difficile compito di ricristianizzare la società.

In seguito, i partecipanti all’incontro si sono recati a un centinaio di metri, dove mons. Pennisi, assieme a don Salvatore Amico Roxas, Vicario della Delegazione dell’Opus Dei per la Sicilia, ha benedetto la nuova strada, che scorre per un chilometro fra nuovi insediamenti artigiani, e in particolare una stele di pietra e una targa, dove, sotto il nome e le date di san Josemaría, appare la dicitura “Apostolo della santificazione del lavoro umano” e una sua frase tratta da Solco (489): Nella semplicità del tuo lavoro ordinario, nei particolari monotoni di ogni giorno, devi scoprire il segreto della grandezza e della novità: l'Amore.
Fonte: http://www.opusdei.it/art.php?p=42941

domenica 13 marzo 2011

1000 migranti in arrivo sulle coste di Lampedusa

La guardia di finanza e la guardia costiera già attive per porre fine al trasporto illegale di immigrati

della nostra collaboratrice Francesca Bello

Già nelle prime ore del mattino, lungo il canale tunisino sono stati avvistati elicotteri della Guardia di Finanza più di 10 barconi che si avvicinavano alle coste siciliane. La maggior parte degli immigrati proviene dalla Libia, in cerca di serenità a causa della situazione in cui si trova il paese africano. Il sindaco di Lampedusa afferma che rispetto agli anni passati il numero di migranti è aumentato notevolmente: nel 2009 si contavano 1400 immigrati fermati, 1900 nel 2010 e 2400 nel 2011. Ciò nonostante il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dai cani della Guardia di Finanza, che riescono anche a bloccare il trasporto di stupefacenti sui barconi. Ieri al Consiglio Europeo straordinario è stato proposto che i clandestini provenienti dal Nord Africa possano essere accolti almeno da tutti i Paesi Ue del Mediterraneo: oltre all’Italia, potrebbero essere Grecia, Malta, Francia e Spagna.

sabato 12 marzo 2011

Giappone, 10 reattori nucleari in arresto automatico: è emergenza

Lo stato di emergenza nucleare è stato decretato in Giappone alle 19,30 ora locale dal comitato di emergenza dal gabinetto del primo ministro, in particolare per la centrale di Fukushima Daiichi 1. Nella centrale nucleare di Onagawa sono andati in arresto automatico i reattori 1, 2 e 3; a Fukushima 1(daiichi) i rattori 1, 2 e 3; a Fukushima (daini) i reattori 1, 2,3 e 4.GreenReport - Per quanto riguarda Fukushima Daiichi alle 15,42 ora del Giappone, è saltata ogni alimentazione elettrica, sia quella di provenienza esterna che il generatore diesel di emergenza interno; alle 15, 45, a causa dello tsunami, il deposito di benzina ha cominciato a sversare; alle 16,36 è stato constatato che non poteva più essere alimentato il sistema di raffreddamento dei reattori 1 e 2. Nella piscina del combustibile esausto dei reattori 1, 2 e 3 è fuoriuscita dell'acqua e la pompa dell'acqua di mare non funziona più. E' stato dato l'allarme per un incendio accanto al deposito di petrolio vicino al reattore 4. Per il momento le autorità giapponesi dicono che non ci sono fughe radioattive, ma secondo le ultime notizie il livello dell'acqua di raffreddamento è 3 metri invece che 5.

Lo Stato di emergenza prevede: di evacuare la popolazione da un diametro di 3 km intorno alla centrale di Fukushima; che nel raggio di 1° kmla popolazione resti dentro le abitazioni; di inviare un camion cioon un generatore di alta tensione, un altro a bassa tensione e tre altri camion generatori a bassa tensione, il primo è arrivato alla centrale alle 18,25.

La Tepco, l'impresa nucleare che gestisce Fukushima ha annunciate che la centrale di Daiichi «Non ha più corrente per raffreddare 3 reattori» da dopo che è saltato il collegamento esterno e che i generatori dio emergenza avviati hanno funzionato per 55 minuti e poi si sono fermati. «I 3 reattori non sono più alimentati dalla corrente per raffreddare il combustibile nucleare». Tepco ha detto di ignorare lo stato dell'iniezione di acqua di soccorso per I reattori 1 e 2. Tepco ha confermato che in un perimetro di 3 Km intorno a Fukushima Daiichi è stata avviata l'evacuazione di 6.000 persone. E in un perimetro di 10 Km gli abitanti sono confinati nelle loro abitazioni.

Tepco conferma anche che i livelli dell'acqua nei 3 reattori stanno calando e che fino a che l'elettricità non sarà ripristinata con i generatori di emergenza mobili sarà improbabile riuscire a riammettere l'acqua necessaria.

Fonte:  http://www.laperfettaletizia.com/2011/03/giappone-10-reattori-nucleari-in.html

domenica 6 marzo 2011

Volantinaggio monarchico

Volantinaggio monarchico

(17 marzo 2011)


Vi aggiorniamo circa l’iniziativa in programma giovedì 17 marzo 2011 :

Nell’evidenza della marginalizzazione o meglio dell’esclusione dei rappresentanti di Casa Savoia, dalle manifestazioni ufficiali per il 150° Anniversario della Proclamazione del Regno d’Italia, e nell’evidenza che il Risorgimento “raccontato” in occasione di questo giubileo sia stato ripulito con cura certosina da ogni valore che possa ricordare la Monarchia, noi testimonieremo il contrario, denunciandolo con una manifestazione pubblica in strada.
Lo stesso “titolo” dato all’Anniversario, “150° dell’Unità d’Italia” è un falso (perché l’Unità d’Italia è stato un processo a puntate, conclusosi il 4 novembre 1918) per indurre le giovani generazioni a credere l’Italia, repubblicana all’origine !
Anche a livello locale, il programma degli eventi commemorativi, basa la maggioranza degli appuntamenti su due “colonne” : Garibaldi e le camice rosse !
Nella desolazione di questo panorama nazionale e locale, la nostra piccola iniziativa vuole essere una piccolo raggio di luce per pungolare l’opinione pubblica nonostante tutto.


In previsione dei prossimi appuntamenti elettorali a livello locale, regionale e nazionale, Alleanza Monarchica - Stella e Corona può tornare a rappresentare il punto di riferimento politico dei monarchici di ogni gruppo e associazione, rappresentando contemporaneamente una diversa e valida opzione per tutte quelle persone stanche dell’attuale sistema politico ed istituzionale repubblicano.


Programma operativo :

-          Ore 09.30 Ritrovo presso il Caffè del Teatro in piazza del teatro Sociale per una colazione offerta da Alleanza Monarchica - Stella e Corona di Biella.
-          Ore 10.00 dopo aver suddiviso il materiale disponibile (Volantini e copie di “Italia Reale”) ci avvieremo alla volta di Via Italia, dove occuperemo (secondo le disposizioni del Comune) un breve tratto della stessa a valle e a monte del Battistero, provvedendo alla distribuzione ai passanti.
-          Ore 11.30 circa (si vedrà dal successo della stessa iniziativa) ci raduneremo sotto al porticato di Palazzo Oropa (davanti al Battistero) per fare il punto della situazione e organizzarci per pranzare assieme in allegria e in onore di Casa Savoia !


Alberto Conterio
Commissario per il Piemonte
Alleanza Monarchica – Stella e Corona
 

mercoledì 2 marzo 2011

Incarico UGL

Mauro Mazzoni, è stato conferito di delega dal sindacato UGL Provinciale Lucca, per partecipare al consiglio territoriale dell' immigrazione della provincia di Lucca .
Questo consiglio è rappresentato dal Presidente del consiglio territoriale, il Prefetto di Lucca, il Presidente dell' amministrazione provinciale, il Sindaco di Lucca,
il Questore di Lucca, i sindacati cgl, cisl, uil, direttori di enti pubblici, rappresenanti della  regione Toscana, e rappresententi di associazioni di volontariato.
 
 

martedì 1 marzo 2011

NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 : ABORTO FARMACOLOGICO E SUA ASSERITA INELUTTABILITA’ - di Pietro Guerini

di Pietro Guerini portavoce nazionale del comitato no194

Premessa: in calce all'articolo trovate i link per leggere tutti i precedenti articoli fin qui pubblicati dall'avv. Guerini. Invitiamo gli amici lettori a visitare il sito del comitato no194 e a dare la loro adesione a questa opera di civiltà
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Negli ultimi millenni , mentre il suo gemello scimpanzé si limitava ad effettuare capriole rovesciate, a grattarsi il capo e ad arrampicarsi sulle piante ,  l’essere umano ha realizzato una molteplicità di invenzioni finalizzate a garantirsi una maggior comodità nel vivere quotidiano .
Tra di esse , assai rilevanti nella materia di nostro interesse sono le cosiddette pillole abortive , con le quali si consente alla gestante di eliminare per via farmacologica la scocciatura di una gravidanza ed il prodotto della stessa .
Le tesi dirette ad affermare l’assoluta intangibilità della 194 hanno fatto riferimento anche all’entrata in commercio di tali prodotti .             cimitero
Si è sostenuto , in particolare , che la circolazione delle pillole abortive renderebbe anacronistico qualsiasi tentativo di regolamentazione del fenomeno .
Il progresso tecnologico ha incrementato notevolmente la potenzialità delle autovetture , che possono raggiungere velocità sempre più elevate .
Ciò nonostante , nessuno si stupisce che i vari codici della strada nazionali prevedano costantemente limiti di velocità , superati i quali vengono applicate sanzioni , in Italia , tra l’altro , di severità sempre crescente .
Perché nessuno si stupisce ?
Ovvio , perché ad una maggiore pericolosità del fenomeno deve corrispondere una maggiore attenzione da parte dello Stato nell’arginarlo , onde cercare di contenere il numero di vittime della strada .
Ma si può impedire preventivamente ad un automobilista di raggiungere velocità eccessive ?
No .
Per fare un esempio ancor più pregnante , rimaniamo in tema di pillole .
Negli ultimi anni si sono diffusi in misura esponenziale la produzione ed il consumo di compresse stupefacenti , il che ha reso ancor più difficilmente controllabile il commercio di droghe .
Un fenomeno preoccupante  , al quale non ha fatto seguito non dico l’abrogazione delle norme proibizioniste , ma neppure l’entrata in vigore di legislazioni maggiormente tolleranti in ordine allo spaccio ed al consumo ( pensiamo alla dose minima ) di quelle sostanze .
Ora , per quale motivo l’esistenza di forme più sofisticate di soppressione di un concepito dovrebbero giustificare la definitiva legittimità di quella condotta e vieppiù rendere ingiustificabili i tentativi di combattere quella legittimità , a differenza di quanto accade per altri fenomeni quali i sinistri stradali ed il commercio di sostanze stupefacenti , per i quali alla maggior sofisticazione corrisponde una maggiore severità da parte dello Stato ?
E dire che , se ci limitiamo ai dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute , nel 2009 sarebbero stati praticati nel nostro paese 116 933 aborti , mentre i dati sempre ufficiali ( sia pur molto allarmanti ) sugli incidenti stradali parlano di 4739 ( fonte DFT ) decessi verificatisi in Italia nel 2008 .
Ciò significa che i concepiti soppressi volontariamente nel 2009 sono stati 24,67 volte più dei morti sulla strada nel 2008 ( rapporto ben superiore se si considerano gli aborti clandestini ) , il che rende insostenibile ogni argomentazione diretta a motivare il differente atteggiamento dell’autorità con la trascurabilità del fenomeno legalizzato dalla 194 .
E dire , ancora , che , a seguito dell’assunzione di sostanze stupefacenti ( pratica sicuramente censurabile senza se e senza ma ) , l’evento letale ( ugualmente molto meno frequente ) è eventuale e frutto di regola di un processo progressivo , non certo ed immediato come nel caso dell’interruzione volontaria di gravidanza .
Il differente trattamento trova la propria ragione nella necessità , ben avvertita dalla classe parlamentare , di tutelare gli interessi di comodo degli elettori a totale scapito degli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .
Interesse di comodo esercitato da quel prossimo congiunto che , viceversa , piange il defunto in un sinistro o la vittima dell’assunzione di droghe .
Un atteggiamento , questo , che ha indotto il legislatore a considerare embrione e feto meno tutelabili di un oggetto altrui ( danneggiando il quale si risponde del reato di cui all’art. 635 c.p. ) o dell’aria ( la cui qualità è salvaguardata dalle leggi ambientali ) .
Ecco che lo Stato viene meno alla propria funzione fondamentale , quella di offrire una tutela al soggetto più debole .
Ricordo , in particolare , che , ai sensi dell’art. 4 della 194 , è ammessa la soppressione di un concepito nei primi 90 giorni di gravidanza anche per mere ragioni economiche , morali e sociali , quindi per qualsiasi motivo .
Una disposizione che incontra il dissenso di ben il 73,7 % dei nostri connazionali , in base ad un sondaggio Eurispes del 2006 .
E ricordo , ancora , che , in forza dell’art. 5 di tale legge , la decisione abortiva spetta solo alla madre , che può coinvolgere il potenziale padre solo se lo ritiene opportuno a sua discrezione , e ciò anche se coniugata .
Principio non condiviso dal 78% degli italiani , secondo lo stesso sondaggio or ora citato .
Appare evidente che la nostra azione , diretta all’abrogazione della l. 194 per via referendaria , di fatto resa obbligatoria dall’assoluto trentennale immobilismo della classe parlamentare , non deve in alcun modo essere dissuasa dall’introduzione delle pillole abortive .
La 194 legalizza l’aborto volontario , sia chirurgico che farmacologico .
La sua abrogazione renderebbe , quindi , illegale tale pratica in ogni sua forma e sanzionerebbe l’assunzione e il commercio di pillole abortive al pari dello spaccio di quelle stupefacenti , stante l’abrogazione pure dell’art. 22 della legge , che ha abolito le previgenti norme di carattere penale che punivano la condotta abortiva .
La tesi espressa dall’on. Fini nel 2009 , secondo cui la disciplina delle pilolle abortive sarebbe di esclusiva competenza delle commissioni farmacologiche , è tanto più significativa in quanto proveniente dal Presidente di una delle due Camere , organi che esercitano il potere legislativo
Lasciando a coloro che credono nelle favole la speranza che il nostro Parlamento possa anche solo modificare in senso restrittivo la legislazione attuale ed esprimendo , nel contempo , il disinteresse verso questa puramente teorica , intermedia eventualità , sottolineo con soddisfazione il consistente numero di nuove adesioni ( 4 al giorno ) che ho potuto riscontrare da quando , il 12-1-2011 , ho avuto modo di gestire personalmente il sito www.no194.org .
I neo iscritti , di regola , incoraggiano a non mollare ed esprimono un atteggiamento critico tanto profondo quanto spontaneo nei confronti sia della normativa vigente , sia del comportamento del mondo politico , sia , riscontro di fatto , dell’atteggiamento di una buona parte del mondo cattolico (termine nel quale , come sempre, non comprendo la realtà ecclesiastica) .
Una critica , quest’ultima , che registro senza alcun entusiasmo .
Il bilancio di questo mese e mezzo è stato tale da incoraggiarmi ancor più a proseguire in questa iniziativa che , per quanto mi riguarda , è , peraltro e in ogni caso , frutto di un impegno vitalizio ed irrevocabile .
Delle due l’una .
O si ritiene intangibile la scelta della madre e , quindi , intoccabile la 194 , o si ritiene prevalente il diritto di nascere del concepito , da comprimersi solo in circostanze del tutto eccezionali .
Ricordo sempre che la legislazione irlandese contempla l’aborto solo quale conseguenza del pericolo di vita della madre , evento percentualmente del tutto trascurabile sul piano casistico .
Qualunque posizione intermedia è palesemente contraddittoria , frutto nella migliore delle ipotesi di confusione ed incoerenza .
Dopo aver ringraziato gli iscritti per la loro adesione e le loro parole , invito tutti coloro che sono riusciti non solo a cogliere la drammaticità del fenomeno abortivo e la necessità di abrogare la 194 , ma pure a comprendere l’inefficenza e l’ipocrisia di chi ha sino ad oggi strumentalizzato e reso irrilevante il dissenso verso tale legge , gestendolo con finalità del tutto avulse della tutela della vita del concepito , ad aderire all’iniziativa neoreferendaria sul sito www.no194.org ( con le modalità precisate sotto “ Aderisci"), ricevendo risposta dal sottoscritto entro 24-48 ore dall’invio della loro mail .
28-2-2011